Il magistrato Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo i piccioni decapitati su una spiaggia di Ostia nel giorno della visita programmata del sindaco Raggi
“Non so se sia un avvertimento, aspettiamo perché in terre di mafia non sempre tutto è come sembra –ha affermato Sabella-. E’ chiaro che si tratta di un atto dal sapore intimidatorio, credo che comunque non sia quello che abbia fatto cambiare i programmi alla sindaca. La cosa evidente è che è in atto una sorta di camorrizzazione di Roma, questa è la cosa più inquietante. La criminalità a Roma si muove facendo il verso alla camorra. E’ in atto un meccanismo di mafia orizzontale. Ci sono pezzi di territorio sottratti al controllo dello Stato. Potrebbe essere un’imitazione, ma abbiamo sicuramente dei pezzi di camorra molto forti a Roma. Ostia sconta rispetto al resto di Roma una lontananza geografica al centro di città ed una vicinanza alla risalita della Camorra sul litorale. In 4 mesi a Ostia ho cercato di mettere mano alle problematiche principali e soprattutto alla grande ricchezza di Ostia che è il mare. Sono riuscito per poco tempo a riportare un po’ di legalità in quel settore, poi sono andato via e le cose sono cambiate. Se non recuperiamo legalità in quella zona, Ostia rischiamo davvero di perderla. Lo Stato non è assente, sul fronte della repressione ricordiamo che è stato decimato il clan Fasciani, gli Spada sono in fortissima difficoltà, tant’è che avanzano i napoletani di Ostia. Laddove abbiamo fatto pochissimo è sul fronte della ricostruzione. Se noi continuiamo a mantenere una situazione di illegalità che caratterizza quasi tutti gli stabilimenti, è chiaro che determiniamo una specie di effetto domino che produce episodi come quello dell’altro giorno. Dove c’è lo Stato non c’è la mafia e viceversa, non sono due entità che possono convivere. La camorra sta ponendo le sue basi a Roma, lo vediamo da come vengono gestite le piazze di spaccio. Io ora lavoro a Napoli e ora vedo certi fenomeni romani in una logica diversa”.