Smart working: ieri pomeriggio si è tenuto un incontro sul tema, e per l’occasione, sono stati messi sul piatto della bilancia i vantaggi e gli svantaggi del lavoro da casa.
Il periodo del lockdown non può essere considerato una prova
Alla presenza di Titti Di Salvo, presidente dell’associazione LED (Libertà e Diritti), di Lucilla Bottecchia (psicologa) e Francesco Billari (sociologo), sono emerse alcune contraddizioni sulla questione. “Alcuni studi realizzati sulle lavoratrici e lavoratori romani e milanesi raccontano storie di professionisti in difficoltà: nel trovare uno spazio in casa adeguato, ad esempio, ma nonostante tutto la stragrande maggioranza dei professionisti coinvolti ritiene sia il modo ideale di lavorare – ha osservato Di Salvo, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – non ci sono obblighi, per giunta, chi vuole può continuare come fino ad ora. Lasciamo perdere il periodo del lockdown, non può essere considerata una prova, il passaggio al nuovo metodo va regolato, aumentando sicurezza e formazione.”
Aspetti positivi
Smart working: sono certi gli effetti positivi sull’ambiente, sul trasporto. “Il gradimento delle persone è molto alto. Si risparmia il tempo di percorrenza da un punto all’altro della città – ha aggiunto Di Salvo – cambia il modo di vivere la quotidianità.”
Effetti psicologici
Da un punto di vista psicologico, invece, c’è chi accusa una certa solitudine nello starsene a casa, alle prese col computer e se stesso: non ci sono colleghi, non c’è interazione col gruppo di lavoro. “Non c’è grande differenza tra vita professionale e vita privata, si confondono le cose. Lo smart working favorisce maggiore presenza nella sfera privata, offre la possibilità di avere orari più flessibili e maggiore spazio di gestire l’orario di lavoro – si è congedato lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni Roberto Ibba – ho pure sentito dire dalle persone che l’orario di lavoro si prolunga.”