L’estate è la stagione dell’Amarena e infatti è la stagione in cui Elisa Benetti, in arte “Amarena”, pubblica il suo nuovo lavoro. In un pomeriggio ai Castelli Romani nasce “Ebbrezza da vino” ed è subito nettare degli Dei. Leggiamo insieme come racconta questo suo lavoro la cantautrice romana.

Questo è il tuo esordio nel mondo della musica: quali emozioni stai provando?
Sono molto confusa, penso di non aver ancora realizzato bene cosa stia succedendo, sono talmente presa da tutto quello che circonda il lancio di un brano che non ho avuto davvero tempo per capire cosa provo… Ma sicuramente sono felice.

Come nasce il brano “Ebrezza da vino”?
Nasce da una sfida, dall’esigenza di raccontare quel momento in cui ti senti la testa leggera anche se il cuore è pesante

Vuoi anticiparci qualcosa in merito al tuo EP?
Posso dirvi che ebrezza da vino è una canzone unica, nessuno dei brani presente nell’EP le somiglia. Sono cinque canzoni ed ognuna di queste rappresenta una parte diversa di me.

Come vedi il futuro della musica dal vivo in Italia dopo la pandemia?
Di solito le mie previsioni sul futuro si rivelano sbagliate, posso dire quali sono le mie speranze, anche se penso siano un po’ le speranze di tutti: tornare come prima, meglio di prima.

Tu hai fatto attività da busker con un gruppo in Europa: cosa ti manca di quell’esperienza?
Mi manca tutto. Conoscere gente nuova, suonare tutti i giorni le stesse canzoni ma sempre in modo diverso, le camminate interminabili per arrivare nei luoghi affollati e trovarli occupati da altri musicisti, mangiare seduti per terra con tutti gli strumenti attorno e soprattutto mi manca il gruppo, mi manca quell’idea di esperienza condivisa, quell’imporsi a vicenda la speranza che non è una cosa che si può avere come solista.