Lorenzo Battistello, il cuoco che partecipò alla prima edizione del Grande Fratello, è intervenuto ai microfoni di Emanuela Valente su Radio Cusano Tv Italia (ch. 264 dtt).
Riguardo la sua attività oggi
“A gennaio stavo per aprire un ristorante a Barcellona, poi ci siamo ritrovati nel bel mezzo della pandemia e del lockdown –ha affermato Battistello-. Da un lato posso ritenermi fortunato, in quanto non avevo ancora assunto persone, ho solo dovuto sospendere i lavori di ristrutturazione del locale e poi riprenderli un po’ alla volta. La Spagna sta vivendo fasi diverse, ad oggi Barcellona è nella fase 2 e sta passando nella fase 3 che è la stessa italiana. I ristoranti possono riaprire anche all’interno, con i dovuti protocolli di sicurezza. L’unico problema che hanno in Spagna è quello delle autonomie che sono molto più forti rispetto all’Italia e lo scontro tra governo e regioni è stato molto più forte”.
Sull’esperienza al Gf1
“A Barcellona la comunità italiana ancora mi riconosce per strada. La nostra edizione è stata talmente forte a livello sociale che forse è stata il primo esperimento di social network se consideriamo il lato della condivisione della propria quotidianità. All’epoca questo non esisteva. Quindi non è stato solo il primo reality che ha cambiato la storia della tv, ma ha cambiato anche il modo di vedere la propria privacy. Se all’epoca ci fossero stati i social, oggi di professione farei l’influencer. Calcolando che l’ultima puntata del Gf1 è stata vista da 16 milioni di persone, ad oggi mi ritroverei sicuramente con un milioncino di follower e avrei potuto campare di rendita così. Fino ad allora era impensabile che una persona dal nulla andasse a condurre, presenziare qualsiasi programma televisivo se non avesse fatto degli studi o gavetta, grazie o per colpa GF, si trovano ormai programmi con conduttori mai visti prima, che stanno lì solo perché hanno milioni di follower su instagram, prima era impensabile. Abbiamo cambiato il modo di fare tv e di vedere le persone e la privacy”.
Un ricordo di Pietro Taricone
“Il 29 giugno saranno 10 anni dalla scomparsa del caro Pietro. Volevo mandargli un mio pensiero personale molto forte. La serata dell’ultima rimpatriata con i ragazzi del GF è un ricordo molto bello che porto dentro di me. Con Pietro non c’è stato il tempo di conoscersi profondamente, però lì ho percepito il rispetto che lui aveva per me. Questo mi ha lasciato il ricordo di una persona vera, buona, che voleva solo stare bene”.
Su Rocco Casalino
“Casalino era presente nella chat su whatsapp con i concorrenti del GF1, dove ci scriviamo spesso. Quando è scoppiata la pandemia molto saggiamente ci ha scritto un messaggio per dirci: ragazzi, non posso avere distrazioni in questo periodo, quindi esco dalla chat perché devo rimanere concentrato su una situazione molto importante. Io ho seguito la sua prima carriera in tv quando ha iniziato a Tele Lombardia, era molto determinato a far carriera nel mondo del giornalismo e delle comunicazioni. Conoscendolo, sapevo che da qualche parte sarebbe arrivato. Non mi aspettavo a questi livelli, ma non sono sorpreso. Se lo merita di più proprio per questo, perché quando hai un’etichetta così commerciale e così denigratoria quando si parla di cose serie, è difficile. Io nel mio piccolo ho trovato le stesse difficoltà quando mi trovavo a parlare con altri ristoratori, ti guardano sempre come per dire: tu non sei un cuoco vero, non sei un ristoratore, sei solo un ex concorrente del GF. Quindi se lo merita doppiamente Rocco, perché non è facile convivere con questa etichetta, ogni volta che dici o fai una cosa, c’è qualcuno che ti dice: ma parli tu che sei spogliato al GF. Se uno vale, vale. Allora la Carfagna non avrebbe mai dovuto fare il deputato, così come Luxuria. Conte ha detto che scegliendo i suoi collaboratori ha scelto i migliori e secondo lui Rocco in quel momento era il migliore, non è stato a guardare il suo passato. Rocco non è il premier, è il portavoce, è chiaro che ha le sue responsabilità, però non penso che abbia fatto errori clamorosi. Non si può imputare a Rocco il fatto che sia stata applicata una legge che non serve, Rocco non approva leggi. Per quanto riguarda la comunicazione non ho notato errori clamorosi. Rocco è rimasto lo stesso, non si è montato la testa, mi ha stupito perché una volta raggiunto questo incarico era difficile per me rapportarmi con lui, invece è stato proprio lui a dirmi che siamo amici e che non dovevo farmi problemi a parlare con lui come avevo sempre fatto. Qualche giorno fa ho trovato una foto di me e lui 20 anni fa, gliel’ho mandata e lui mi ha risposto: madonna, quanti anni sono passati! A parte questo si chiacchiera, ma non è che gli scrivo per chiedergli del suo lavoro”.