Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia viva, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Res Publica” condotta dal direttore Gianluca Fabi e da Valerio Toma su Radio Cusano Tv Italia (ch. 264 dtt).
Sul taglio dell’iva
“Noi –ha affermato Rosato- siamo molto prudenti a discutere e ad anticipare tagli delle tasse perché i tagli delle tasse vanno bene tutti, sempre, in un Paese che ha la tassazione troppo alta, però bisogna essere consapevoli che oggi c’è un’emergenza che è quella del lavoro, allora la prima cosa da tagliare è il costo del lavoro. Se noi tagliamo il costo del lavoro induciamo le imprese a mantenere gli attuali lavoratori e ad assumerne degli altri. Prima di occuparsi del taglio dell’iva, che peraltro sarebbe abbastanza insignificante sul piano degli importi, bisogna concentrarsi sul taglio del costo del lavoro. Poi naturalmente è legittimo che il premier avanzi proposte, però bisogna andare a capire quali sono realmente le risorse che abbiamo a disposizione. Se avessimo tante risorse a disposizione potremmo tagliare l’iva, l’imu, la tasi, di tasse da tagliare in questo Paese ce ne sarebbero molte. Però concentriamoci sul problema vero, il problema vero è che le saracinesche oggi sono abbassate perché l’imprenditore pensa che restando chiuso perde di meno. Noi dobbiamo indurre l’imprenditore a riaprire aiutandolo, sgravandolo ad esempio del costo del lavoro. Invece che pagare la cassa integrazione, meglio dare un contributo al datore di lavoro che tira su la saracinesca. Obiettivo irpef, obiettivo decontribuzione, obiettivo incidere sul costo del lavoro”.
Sul taglio dell’iva associato ai pagamenti elettronici
“Se lo dice Turco, che è sottosegretario alla presidenza del Consiglio, evidentemente è un’ipotesi al vaglio del governo. Non è più il tempo delle idee, è il tempo di agire. Non è più tempo dei discorsi, è tempo di fare i decreti per sbloccare le cose che abbiamo già deciso. Questo dibattito che andiamo ad aprire su un ipotetico taglio delle tasse che deriva da un importo che dobbiamo ancora stabilire e che deve essere votato dal Parlamento per lo scostamento di bilancio, è una discussione fantastica, ma siamo più interessati a dire: abbiamo già 80 miliardi destinati che però non sono arrivati agli italiani. Non siamo nel tempo degli studi, ma nel tempo in cui abbiamo bisogno di dare risposte. Il nostro punto di vista è meno dialettico degli altri, cerchiamo di essere operativi altrimenti non ci capisce più nessuno. Gli italiani aspettano ma il governo non arriva. Ci siamo messi nelle mani dell’Inps che non funziona, quando capiremo che non funziona e gli daremo una scrollata in maniera efficace forse staremo meglio. Non si può pensare di continuare a dire che va tutto bene quando tutto bene non va”.
Sulla ripresa della scuola
“Bisogna assumere una decisione, non possiamo continuare a lasciare tutti nell’incertezza sul modo in cui riprenderà la scuola. Non dobbiamo fare 100 ipotesi diverse, ma prendere una decisione e rassicurare le famiglie che dal giorno x la scuola riprende. Dobbiamo rassicurare la comunità degli insegnanti. Ci sono precauzioni che dobbiamo mettere in campo, ma con la consapevolezza che ad oggi i dati sono molto positivi rispetto la recessione del Covid”.
Sulla scelta di andare divisi alle regionali
“Non chiedete a noi perché il centrosinistra si presenta diviso. E’ il Pd che ha candidato Michele Emiliano, nella consapevolezza che noi non l’avremmo mai votato. Sono 4 anni che diciamo che non voteremmo mai uno che ha fatto la battaglia contro i vaccini. Emiliano ha assunto tutti i provvedimenti per contrastare il Tap, sull’Ilva ha assunto tutti provvedimenti contrari a quelli del governo, sulla xylella non ha fatto quello che andava fatto. Il problema non è cosa facciamo noi, ma è il Pd che si è intestardito su una candidatura pur sapendo che noi ed Azione non l’avremmo mai votato. Probabilmente Zingaretti, quando ha criticato la scelta di andare divisi, parlava ai suoi, non a noi. In Veneto il Pd ci ha comunicato il suo candidato, perché noi dobbiamo accodarci in una regione in cui si elegge il consiglio regionale? Sappiamo bene che il presidente sarà Zaia, mi sembra chiaro. Se qualcuno dice che stiamo mettendo a rischio la vittoria del centrosinistra in Veneto va ricoverato, non è questo il punto. Il problema è che il Pd ha scelto un candidato rispettabilissimo, ma molto debole e molto spostato a sinistra, senza neanche la voglia di un cambiamento, di un tentativo di riscatto, di inserirsi nell’elettorato di Zaia. Se loro hanno fatto questa scelta, noi facciamo la nostra, non abbiamo nessun contratto col PD per cui loro scelgono e noi subiamo. In Liguria stanno discutendo col M5S da settimane, non ci hanno neanche detto quale sia l’esito della loro riflessione e pretendono che noi stiamo fermi e buoni ad aspettare mentre loro decidono. Toscana? E’ già definita da tempo, come le Marche e la Campania. In Toscana Giani è espressione sia del Pd che di Italia viva. In Campania abbiamo un rapporto diretto con De Luca e lo riteniamo il miglior candidato per la Campania. Anche nelle Marche abbiamo un rapporto diretto col candidato. Zingaretti dovrebbe gridare e arrabbiarsi con i suoi, che non sono riusciti neanche a fare una telefonata prima di avventurarsi su strade perdenti. Se siamo un partitino non c’è problema perché saremo ininfluenti nel risultato elettorale, quindi di che si preoccupano?”.
Secondo la Corte dei conti solo il 2% ha trovato lavoro col reddito di cittadinanza
“Il 2% è casuale, non perché aveva il reddito di cittadinanza, non perché i navigator lo hanno aiutato a trovare lavoro. E’ stato un caso. Anzi, ci sono tanti lavori in questo Paese che sono disincentivanti rispetto al reddito di cittadinanza. Spesso conviene ricevere il reddito di cittadinanza piuttosto che spaccarsi la schiena con un lavoro. E’ fallimentare quel modello. E’ sicuramente indispensabile assistere persone che sono povere e che non potranno mai lavorare, ma così come è costruito il reddito di cittadinanza disincentiva il lavoro e mortifica un pezzo della società italiana dal punto di vista del reinserimento produttivo”.
Riguardo le battute di Renzi su Bonafede
“Ero presente quando Renzi ha raccontato quell’aneddoto. Era semplicemente il racconto di un fatto, con la simpatia e con il rispetto dovuto. Libro di Renzi? L’ho letto, è molto bello, anche se sono di parte. Matteo scrive molto bene e scrive tutto lui, conosco tanti che invece i libri li leggono alla fine. E’ un libro tutto proiettato sul domani, sui prossimi 10 anni”.