Revenge porn, vendetta pornografica perpetrata a danno di persone, che si sono concesse per una ripresa multimediale intima e che non hanno dato il permesso a condividere i contenuti online. Il lockdown ha accentuato il problema. L’incremento dell’uso del digitale ha favorito la comunicazione attraverso molteplici piattaforme virtuali, il tutto associato alla chiusura forzata in casa ha portato il fenomeno all’esasperazione. Già prima del lockdown, in Europa, sono state danneggiate, con questa tecnica, 9 milioni di ragazze.
Sara Battista, consigliera della Regione Lazio, prima firmataria
“La Regione Lazio è stata la prima regione a legiferare in merito – ha osservato Michela Califano, consigliere regionale, a Tutto in Famiglia su Radio Cusano Campus – la prima firmataria è stata la consigliera Sara Battista. Si tratta di una legge che va a proteggere la sfera privata, e compromessa, degli individui.”
La legge
La stragrande maggioranza delle famiglie non conosce neppure il problema, per questo è necessario aumentare la sensibilità tra le persone. “La legge ha pochi, ma importanti, articoli – ha aggiunto la Califano, consigliere della Regione Lazio – e vuole arrivare ai giovani, a danno compiuto non è bene lasciar sole le vittime. Nessuno può rimanere indietro.”
La formazione
Revenge porn: oltre ad una legge per arginare il problema, è necessario “fare formazione nelle scuole. Non possiamo arrivare nelle famiglia, ma possiamo incrementare la quantità di convegni, parlarne il più possibile per alzare il livello di conoscenza e sensibilizzare al problema – si è congedata Michela Califano – il revenge porn è un atto impulsivo, è un click che ti cambia la vita, dopo il quale non si può più tornare indietro. Diamo informazioni contro la diffusione di queste immagini, ricordando che tra gli altri effetti le vittime cadono in depressione.”
Subire un danno reputazionale, se non si hanno gli strumenti adeguati ad affrontarlo, e una certa forza psicologica, significa vedere compromessa la propria condizione sociale e psicologica.