L’attore Stefano Fresi è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Nautilus” condotta dal direttore Gianluca Fabi e Alessio Moriggi su Radio Cusano Tv Italia (ch. 264 dtt).
Sui lavoratori dello spettacolo
“Sono tantissime le persone che lavorano su un set, le categorie sono tantissime, a partire dal settore tecnico –ha affermato Fresi-. C’è una quantità di persone enorme che si muove su un set. E se considerate un nucleo familiare per ognuna di queste persone, vi rendete conto che quando si gira un film ci sono 80 nuclei familiari in ballo. Tolta qualche categoria, come quella di registi, attori, sceneggiatori, a livello economico si tratta di normalissimi operai che guadagnano quanto guadagna chi lavora alle poste. Quindi dargli tre mesi di stop, senza neanche la possibilità di vedere un futuro significa metterli in uno stato di difficoltà economica, ma anche di ansia insopportabile. I set stanno ripartendo, io a fine mese ricomincerò a girare “I delitti del Bar Lume”, il ringraziamento più grande va alle produzioni che sono quelle che rischiano di più e lo hanno fatto proprio per far ripartire il settore. Siamo davanti ad una crisi globale. Lo Stato se ne sta occupando come può, credo stia facendo anche un buon lavoro, anche se qualche dimenticanza c’è stata. E’ stato importante occuparsi subito della sanità, visto che era il primo settore interessato. E’ chiaro che lo spettacolo passa un po’ in secondo piano, dispiace dirlo, però è normale che ci siano state priorità. Penso che bisogna dare tempo, fiducia, coadiuvare il governo e dargli una mano proprio nell’aiutare il mondo della cultura e dello spettacolo”.
Sulla crisi delle sale cinematografiche
“Spero che questa pandemia non porti alla morte delle sale cinematografiche, che sono la dimensione cinema. Per un credente un conto è dire la preghierina a casa propria, un conto è andare alla messa di Natale. Il cinema è pensato per essere visto su uno schermo gigantesco, al buio, con degli sconosciuti, senza la possibilità di mettere in pausa. Chiaro è che in una situazione come questa in cui la gente ha paura di assembrarsi, la crisi delle sale rischia di aggravarsi. In questo senso potrebbe aiutare la scuola a far capire ai ragazzi quanto sia importante, dal punto di vista dell’impatto emozionale, vedere un occhio di Clint Eastwood grosso due metri e mezzo anziché vederlo sul tv di casa tua, distratto da tutto ciò che c’è intorno. Le piattaforme di streaming sono una grande invenzione, hanno una funzione eccezionale dal punto di vista della cultura, ma il film nuovo appena uscito visto in sala è il miglior modo per vedere un film”.
Riguardo il film “Il regno” diretto da Francesco Fanuele in cui Fresi interpreta un autista di autobus
“Ci siamo divertiti tantissimo nel girare questo film. Conosco Max Tortora da anni, ho serie difficoltà a lavorare con lui, così come con Corrado Guzzanti e Lillo, perché sono persone che mi fanno scompisciare, è difficile mantenere la concentrazione sul set. Nel cast c’è anche una straordinaria attrice come Silvia D’Amico. Il regista Francesco Fanuele è davvero in gamba”.