Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria Sud, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sullo scontro tra Confindustria e governo
“Siamo arrabbiati, perché avevamo chiesto veloce liquidità per le imprese, invece i decreti del governo non sono stati affatto veloci –ha affermato Menotti Lippolis-. Vedremo nei prossimi mesi, ma purtroppo le realtà che erano già in difficoltà pre-Covid non ci saranno più. Noi pensavamo che questo Covid potesse dare un’occasione al Paese, un grimaldello per la burocrazia, potrebbe ancora essere così, però questo non dipende da noi. Continuiamo a dire che bisogna ridurre la burocrazia, lo hanno detto tutti, ma ogni volta che arrivano al governo diventano loro i burocrati. Con troppi lacci e lacciuoli non ci potrà essere crescita e sviluppo. Ci sono enormi somme che stanno arrivando dall’UE, se non verranno spesi bene noi perderemo altre possibilità mentre altri Paesi europei li spenderanno bene perché sono liberi da lacci e lacciuoli. Io li spenderei in infrastrutture reali e virtuali. Abbiamo capito quanto sia importante lavorare da casa, avere connessioni wi-fi veloci. Dobbiamo lavorare per costruire infrastrutture nel mezzogiorno. Dobbiamo lavorare sulla liquidità alle imprese, che hanno bisogno di liquidità per cercare di sopravvivere ed essere competitive con le imprese degli altri Paesi. Finora siamo stati troppo abbottonati, sbottoniamoci e cerchiamo di far ripartire il Paese. Il governo regionale della Puglia ha accettato le nostre proposte ed ha immesso subito liquidità, mentre dal governo nazionale non stanno arrivando risposte veloci”.
Sui 3,4 miliardi di accise da restituire alle imprese
“Bonomi ha inviato a tutti noi associati lo speech fatto a Villa Pamphili davanti al governo. Quello era uno dei punti. Giornalisticamente è stata amplificata questa notizia perché parliamo di una somma importante e chiediamo solo di rispettare una sentenza della Cassazione”.
Sulla concertazione permanente richiesta da Bonomi
“La concertazione è alla base di tutto. Assieme si fanno le riforme e assieme si prendono le decisioni e si trasforma un Paese, da soli non si va da nessuna parte. Con i sindacati dei lavoratori, le forze produttive e il governo devono lavorare insieme, grazie al confronto si possono cambiare le cose e indirizzare nella maniera migliore. Dal punto di vista della comunicazione Conte viene mal consigliato, scontrarsi in questo momento con la parte produttiva del Paese è sbagliato. Conte ci dica: da dove viene lo sviluppo di questo Paese se non dalle imprese”.