Infermieri: sono stati considerati eroi a causa dalle disastrose circostanze di necessità, e un attimo dopo dimenticati. Succede la stessa cosa con le forze dell’ordine, i Vigli del Fuoco ad esempio, osannati durante incendi importanti o disastrosi terremoti, e subito dopo abbandonati nel dimenticatoio, all’indomani dell’emergenza: come definire questa diffusa tendenza bipolare? E’ opportunismo o l’essere umano ha la memoria corta?
Infermieri: pilastro dell’azienda, risorsa umana e medica
Abbiamo voluto riflettere sul tema con Simona Abate, psicoterapeuta, molto attiva durante i mesi del Covid-19 presso la struttura ospedaliera Sant’Andrea di Roma. “La categoria infermieristica è il pilastro della nostra azienda ospedaliera e lo è tutti i giorni, parlare di eroi significa vedere in loro una grande risorsa soltanto al momento del bisogno. La percezione è amplificata dalla presenza insistente dei mass media – ha osservato la dottoressa Abate – i nostri infermieri sono grandi professionisti per la capacità di rassicurare, veicolare un certo tipo di messaggi, la loro è stata un’azione medica e umana importante.”
Infermieri: l’immagine della donna che cercava di riposare, esausta, sulla tastiera del computer l’abbiamo vista tutti. “Quell’attitudine la sviluppano tutti i giorni, capita quotidianamente di avere a che fare con situazioni problematiche e pazienti difficili.”
La maturità riduce l’essere opportunisti
Chi non ha mai avuto bisogno d’aiuto? Usare gli altri e dimenticarsene è da opportunisti. “Le persone mature riconoscono l’importanza e l’opportunità di aver ricevuto aiuto. Dovremmo imparare da questi grandi eventi a stare uniti – ha aggiunto Simona Abate – e a riconoscere l’importanza dell’altro.”
La reciprocità favorisce la riconoscenza, e l’evolvere di un rapporto
La vera fortuna è disporre di persone in grado di aiutarci a risolvere problemi troppo più grandi di noi. Alle volte siamo sommersi da grattacapi che nessuno può capire, men che meno sbrogliare. Infine, avere la sensibilità di ricambiare la gentilezza “incide nel favorire l’evolvere dei rapporti. Freud parlava di reciprocità – si è congedata la dottoressa Abate – la maturità ci spinge ad immaginare qualcosa di diverso dal semplice accaparramento egoistico dell’aiuto altrui.”