Fang Fang, scrittrice e poetessa pluripremiata, è tornata alla letteratura con Wuhan. Diari di una città chiusa dove racconta la genesi e gli sviluppi del Coronavirus in Cina, sotto forma di diario. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Cristina Marino (editor Rizzoli) che ha seguito la lavorazione del libro. “Fang Fang comincia il diario il 25 gennaio, quando da loro comincia la quarantena – ha spiegato l’editor – l’epidemia si rivela fin da subito pesante e invasiva, infatti l’autrice racconta una città che viene chiusa dall’oggi al domani.”
Il Covid-19 sembrava un problema lontanissimo e invece…
“Wuhan. Diari di una città chiusa racconta di ospedali pieni, persone morte – ha sottolineato Cristina Marino – la scrittrice ci restituisce la nitida immagine di un problema che sembrava lontanissimo.”Fang Fang è una voce libera, in Italia è poco conosciuta, nonostante il profilo internazionale e di livello. “Noi come Rizzoli contiamo di rilanciare l’autrice, da sempre attenta a raccontare la sua regione, i suoi luoghi, impegnata a denunciare le cattive condizioni di vita del posto.”
Cina – Italia: com’è stato vissuto il problema?
La Cina ha vissuto diversamente l’exploit dell’epidemia rispetto all’Italia. “L’essere indipendenti, autosufficienti, il fatto di essere cauti e di rispettare il prossimo, in Cina, è un dovere imposto. Il confucianesimo per loro è fondamentale, c’è questa educazione, tradizione, al rispetto reciproco – ha aggiunto Cristina Marino – quella cinese è una popolazione che chiede di ringraziare i governanti per quello che fanno, invece sono i governanti che dovrebbero ringraziare le persone. Tra la gente c’è maggiore rispetto reciproco e un diverso senso della società di aderenza al sistema. Tra i racconti non mancano denunce di casi e famiglie abbandonate a se stesse: emerge, nitidamente, un forte contrasto tra una tradizione antica, radicatissima, di rispetto reciproco, strumentalizzata da un regime che ha tanti chiaroscuri.”