Alessio Rossi, presidente dei Giovani di Confindustria, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul piano Colao
“Colao ha fatto un piano condiviso e condivisibile –ha affermato Rossi-. Non dice niente di nuovo, niente che non abbiamo già detto, ma è utile perché la sua è una voce autorevole così come quelle della sua task force. Spero che la riconferma di queste esigenze che il nostro Paese e il nostro tessuto produttivo hanno venga presa in considerazione. Sono un po’ perplesso dal fatto che il piano venga pubblicato prima dell’approvazione. Purtroppo il piano non dice dove prendere le risorse per finanziare le misure del piano. Questo piano poteva scriverlo chiunque perché i problemi del nostro Paese li conosciamo tutti, basta mettere insieme varie categorie, il problema è che la politica non decide. Come ha detto Zingaretti è il momento di stravolgere tutto, ma per farlo bisogna mettere il mondo delle imprese al centro. Ritengo Zingaretti una persona responsabile, che ha a cuore il Paese, quindi spero che tutte le forze politiche mettano al centro non solo le imprese, ma l’interesse del Paese. Mi fa piacere che Forza Italia dica sì al Mes, che è uno strumento utile. Se non arriva un cambio di passo, forse è il caso di allargare a tutte le forze politiche la responsabilità di un progetto a medio periodo”.
Sulle parole di Tridico (“Alcune aziende pigre e opportuniste”)
“Sono affermazioni irresponsabili. In un Paese normale si sarebbe già dimesso, per i precedenti problemi che ha creato al Paese. Questo signore dovrebbe parlare con tutte quelle partite iva a cui i 600 euro non sono arrivati. La cassa integrazione sono state anticipate da tante aziende, quelle che lui chiama pigre e opportuniste. Questo signore dovrebbe mettere i piedi per terra, nella vita reale, non si può permettere di fare queste affermazioni. Farebbe più bella figura a dimettersi”.
Sul Covid 19 considerato infortunio sul lavoro
“C’è stata una parziale marcia indietro su questo, ma non basta. Alcune aziende non hanno riaperto per colpa di questo provvedimento perché non si prendono la responsabilità. E’ il principio della norma che è sbagliato. La cosa peggiore è che così passa il concetto è che al prossimo virus tutti i contagi saranno considerati infortuni sul lavoro e la colpa sarà delle aziende”.