Donato Capece, segretario del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’evasione di due detenuti dal carcere romano di Rebibbia
“Il Sappe il 28 maggio, con una nota diretta al direttore generale del personale, ha annunciato il pericolo di sicurezza derivante dalla gravissima carenza d’organico, purtroppo siamo stati inascoltati, ma i fatti hanno dimostrato che avevamo ragione. E’ colpa della politica e dell’amministrazione penitenziaria. Togliere la vigilanza statica, cioè il poliziotto che fa servizio 24 ore su 24, è stato un grosso errore. La vigilanza dinamica è fallimentare. Loro dicono che hanno mutuato dalle direttive dell’Unione Europea, ma è falso, l’Ue parlava di sicurezza dinamica, cioè di affiancare al poliziotto la tecnologia. L’amministrazione e la politica devono fare mea culpa. Rebibbia è sotto organico di circa 50 unità, ditemi come si può garantire sicurezza con questi numeri”.
Sul sovraffollamento delle carceri
“Sono assolutamente contrario a indulti. Le soluzioni sono due: costruire nuove carceri o dare misure alternative alla detenzione agli 8mila detenuti che hanno una pena definitiva di un anno da scontare”.
Sull’emergenza sanitaria nelle carceri
“Per fortuna abbiamo avuto pochissimi contagiati nelle carceri italiane. Nella prima fase c’è stata molta improvvisazione, diciamo che ci è andata bene, ma non si possono affrontare le emergenze in questo modo. Abbiamo detto può volte all’amministrazione di creare un gabinetto di crisi che controllasse la situazione sanitaria in carcere”.