Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla contestazione a Salvini e Durigon al presidio dei precari dell’Anpal
“C’ero anche io al presidio all’Anpal -ha affermato Fassina-. Ho detto a Durigon che sono un po’ incoerenti perchè a novembre 2019 hanno votato contro la legge che ha previsto la stabilizzazione dei precari dell’Anpal. La contestazione alla Lega deriva da questo. E’ inaccettabile che questi lavoratori, che devono trovare un lavoro stabile agli altri, non siano ancora stati stabilizzati. Il presidente dell’Anpal Parisi dovrebbe dare coerente e immediata applicazione alla legge. Va approvato il cosiddetto piano industriale dell’Anpal, c’è una resistenza ideologica da parte di Parisi che si rifiuta di fare queste stabilizzazioni perchè vorrebbe fare dei concorsi”.
Sul lavoro precario
“La precarietà del lavoro vuol dire lavoro più sfruttabile, più ricattabile. E’ un modello che è stato imposto ed è diventato la cifra degli ultimi 30 anni, con tutto quello che comporta in termini di disuguaglianze ed impoverimento. Quando senti il presidente di Confindustria Bonomi che propone l’eliminazione del contratto nazionale del lavoro, capisci bene che il Coronavirus non solo non ha cambiato il paradigma ma addirittura ne ha aggravato tutti gli squilibri”.
Sulla conferenza di ieri di Conte
“Penso sia stato un discorso di prospettiva, perchè ora siamo nella fase di ricostruzione, di rigenerazione. Dopodichè non si costruisce un futuro positivo sull’angoscia del presente. Troppe famiglie e troppe imprese oggi sono segnate dall’angoscia. Dobbiamo sollevare dall’angoscia quei milioni di italiani che non sanno come arrivare alla fine del mese. Secondo me il governo dovrebbe portare al più presto in Parlamento un terzo scostamento di bilancio per fare in modo che si possa alleviare l’angoscia di chi non sa se avrà un soccorso al reddito in autunno. Il governo deve capire che c’è un livello di sofferenza economica e sociale insostenibile che non può aspettare il prossimo anno, quando forse arriveranno i soldi del Recovery fund. Ponte sullo stretto? E’ deprimente questo fiume di retorica per cui deve cambiare tutto e poi si ritorna sulle stesse ricette che non hanno funzionato”.