Jacopo Scandella, consigliere Pd Regione Lombardia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’elezione di Patrizia Baffi (Iv) alla presidenza della commissione Covid in Lombardia, a scapito di Jacopo Scandella
“La commissione ha assunto più i contorni di una farsa ed è un vero peccato -ha affermato Scandella-. L’intenzione era quella di andare davvero a fare chiarezza, capire quali sono stati gli errori commessi e le soluzioni per evitare che ricapitino. Invece emerge un desiderio di insabbiare, di salvare se stessi. Se la maggioranza è arrivata al punto di votarsi da solo un presidente della commissione d’inchiesta la cui elezione spetta alle minoranze, vuol dire che ha troppo da nascondere e non vuole la verità. Se la commissione deve dire che Fontana e Gallera non hanno sbagliato niente, come loro stessi dicono, non servirà a molto. 28 consiglieri d’opposizione su 31 avevano individuato la mia candidatura, grazie a quei 28 consiglieri si è fatta la Commissione, la scelta della maggioranza di votare un consigliere che non stava nel consenso di quei 28 è un fatto politico rilevante. Al di là del profilo di Patrizia Biffi, sono le modalità con cui è stata fatta questa elezione che rappresntano uno sgarbo istituzionale. Ad oggi dunque sono abbastanza scettico che i lavori cominciati così possano finire bene”.
Sul modello della sanità lombarda
“Il sistema sanitario lombardo conta alcune eccellenze che sono reali. Ci sono strutture ospedaliere tra le migliori al mondo. La retorica sull’eccellenza lombarda si è nutrita di cose che erano effettivamente eccellenti. Solo che al di là di quelle eccellenze ci sono tanti pezzi del sistema sanitario che non funzionano. Da parte del centrodestra non c’è stata la capacità di immaginare un sistema diverso perchè quello veniva considerato rassicurante. Dalla lezione veneta ed emiliana abbiamo imparato che buona parte dei pazienti covid se vengono trattati subito con ossigeno, anche in casa, non necessitano di ospedalizzazione. In Lombardia è mancato questo. La parte della medicina territoriale poco sviluppata è uno degli aspetti cardine di cui dovremmo occuparci. Oltre alla carenza di strutture nelle periferie”.