La senatrice del PD Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e componente della Giunta per le immunità del Senato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo il voto in giunta sul caso Open Arms
“La giunta è un organismo particolare -ha affermato Rossomando-. Si fanno sempre letture politiche, ma in realtà ogni componente agisce da singolo. Non ho compreso la non partecipazione al voto dei colleghi di Italia viva, che hanno detto di voler approfondire. Il tema è delicato perchè è in ballo una valutazione importante che riguarda tutte le libertà dei cittadini e qual è lo spazio per agire anche in violazione di una legge. In casi eccezionali, motivati e circoscritti, se c’è un interesse nazionale e costituzionalmente rilevante, non si deve essere processati, solo in quel caso. In modo ingiustificato sono state private della libertà 161 persone, a bordo per diversi giorni sottoposti a sofferenze legate al clima e alle condizioni sanitarie. A mio giudizio, l’interesse nazionale non c’era, così come per il caso Gregoretti e Diciotti. Continuare a insistere sul fatto che bisognava difendere i confini nazionali è una sciocchezza, lo sanno tutti che far sbarcare queste persone voleva dire semplicemente far completare l’operazione di soccorso e poi accertare se avevano diritto a chiedere asilo altrimenti sarebbero stati rimpatriati. Non c’era assolutamente in gioco la protezione dei confini. Le decisioni che riguardano la giunta per le organizzazioni devono essere svincolate dalle valutazioni politiche, sono decisioni molto delicate che non devono assolutamente seguire logiche di minoranze e maggioranze. Salvini? E’ paradossale che mentre gli italiani affrontano i problemi di una crisi economica senza precedenti e una questione sanitaria ancora da fronteggiare, per ottenere un facile consenso si continui a far leva su questi argomenti per lucrare sulla paura delle persone. Credo che sia una scelta anche strategicamente sbagliata perchè non mi pare che gli elettori lo stiano premiando. Sin dal caso Diciotti è stato sollevato l’aspetto dell’azione collegiale del governo. Noi dobbiamo decidere se questo comportamento era giustificato per un interesse nazionale, quindi è la condotta che conta, il fatto che ci fosse o meno una compartecipazione del M5S o del premier Conte non sposta nulla. La decisione di indicare il porto di sbarco sicuro che spetta esclusivamente al ministro dell’Interno, nel caso di specie spettava ancora di più al ministro perchè erano intervenuti provvedimenti che accentravano ancora di più i poteri su di lui”.