Noia: se provate a fare una ricerca generica in internet troverete soltanto consigli per allontanarla, manco fosse l’origine di tutti i mali! Siamo chiamati continuamente a fare, a dimostrare di essere capaci, Per questo, la stragrande maggioranza dei tutorial virtuali vede nella noia il nemico da combattere. E’ pur vero che certi individui sono realmente capaci su più fronti, e quindi potrebbero fare e competere con tanti, ma il fatto di avere sempre qualcosa da produrre non fa bene né alla salute, né alle attività che svolgeremo successivamente.

Fare, per giunta, non significa essere e se non sei non resisti, ma il vero timore è che la società contemporanea abbia ridotto interesse verso la qualità delle cose, quindi verso l’essere, a favore di una parvenza di qualità destinata a durare niente.

Provate a fare mente locale, quando vi siete annoiati l’ultima volta, per quanto tempo e dove? Una volta ci si annoiava nella natura, ovvero nel migliore dei luoghi possibili, o al mare, sarebbe l’ideale. Successivamente, col passaggio alla vita in città, al massimo si potrebbe contemplare lo schermo di un pc, o il soffitto di casa, e se riuscissimo quotidianamente, seppure nella più triste delle condizioni, sarebbe una belle conquista.

Fermarsi a pensare è una sorta di autoterapia, una maniera per controllare il corpo e la mente, l’unico modo per riordinare i pensieri e ricominciare da sé: quante persone, intorno a voi, sono in grado di farlo?

Gli anziani ne sono abituati, i giovani un po’ meno. Il solo fatto di dover controllare continuamente internet è un modo per stare sempre allerta e attivi, e quindi stancarsi di più e perdere salute.

Noia: le severe restrizioni da Covid-19 hanno portato il mondo a fermarsi, a smettere di fare e di produrre e a favorire un tempo sospeso, completamente vuoto. Ecco perché, per chi è riuscito a resistere (economicamente e con la salute), è stata una benedizione.

Ne parliamo alle 17 a “Tutto in famiglia” su Radio Cusano Campus con il Dottor Adriano Formoso, psicoterapeuta e autore di “Nascere a tempo di rock”.