Riapertura ristoranti. Alfredo Zini, presidente Club imprese storiche di Confcommercio e ristoratore di Milano, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulla riapertura dei ristoranti

“Noi non vogliamo lavorare a queste condizioni perchè ci andiamo solo a rimettere -ha affermato Zini-. Oggi si è parlato di un tavolo ogni 4 metri, la mia attività in questo momento ha 35 tavoli, dovrei metterne solo 8. Potrei avere un riscontro positivo solo triplicando i prezzi, ma questo sarebbe fuori mercato, anzi fuori di testa. Soluzioni si possono trovare, bisogna capire dove si vuole andare. Secondo me la distanza corretta può essere quella del metro e mezzo, due metri. Bisogna attuare delle misure di sicurezza, non con i divisori che non risolverebbero nulla. Noi vogliamo pagare il giusto. Dobbiamo fare tutti dei sacrifici, a cominciare dallo Stato. La mia proposta è stata di mantenere tutti i dipendenti, ma con una riduzione della parte contributiva. Lo Stato risparmierebbe nel non dover mantenere i miei collaboratori se io fossi costretto a lasciarli a casa. Per il momento dal governo silenzio assoluto. In Lombardia il 98% dei lavoratori della ristorazione non ha ricevuto un euro di cassa integrazione. Non si possono lasciare delle famiglie senza reddito da due mesi. Vogliamo avere delle regole certe per riaprire e pagare i nostri collaboratori, chiediamo risposte in tempi rapidi da persone competenti. Queste task force che sono state messe in campo ragionano sull’industria, sono spazi diversi rispetto a delle cucine. Anche sui dispositivi di sicurezza la situazione è diversa. La mascherina chirurgica di fronte a una stufa di 300 gradi o a un forno della pizza non sappiamo che se va bene, i guanti in lattice sicuramente non vanno bene, non vorremmo ritrovarci con degli infortuni sul lavoro che poi ricadrebbero sull’azienda”.