Federico Conte, deputato di Leu, membro della Commissione Giustizia, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulla vicenda Bonafede-Di Matteo

“Credo si sia creato un caso molto grave e allarmante e si stia puntando l’attenzione sul chiarimento che Bonafede dovrebbe dare, addirittura con una mozione di sfiducia presentata dalla Lega al Senato -ha affermato Conte-. Rispetto a questa vicenda credo che il chiarimento lo debba dare Di Matteo, non Bonafede, considerando che ha raccontato una cosa molto grave e bisogna vedere se si tratta di una narrazione oggettiva o di un addebito. Io ho molto criticato Bonafede, sia quando ero all’opposizione sia ora che siamo insieme in maggioranza, ma escludo che Bonafede possa anche solo aver pensato di fare un favore dalla criminalità organizzata. Bonafede martedì prossimo sarà in aula alla Camera per un’informativa su questo tema, un magistrato come Di Matteo il chiarimento dovrebbe darlo nelle sedi opportune. Quello che non mi convince è che queste parole siano state dette in una trasmissione televisiva. Credo che l’opposizione con questa mozione di sfiducia voglia mettere in crisi il governo. Questo dovrà indurci, e lo faremo in aula martedì, a serrare le fila della maggioranza, soprattutto perchè mai come in questo caso la materia del contendere non c’è”.

Sulla scarcerazione dei mafiosi

“Vorrei innanzitutto dare un numero. Sono 3 le scarcerazioni che riguardano persone che stavano al 41-bis. Tutti e 3 hanno un impianto motivazionale molto sostenuto rispetto alle condizioni di salute dei detenuti. Dobbiamo ricordarci che questi provvedimenti vengono valutati dai giudici di sorveglianza, non vengono valutati dal ministro. L’elemento che ha determinato il corto circuito è che nel caso della scarcerazione del boss Zagaria non vi sia stata un’adeguata tempestività del Dap nell’indicare un luogo di detenzione alternativo, che è stata individuata come elemento di responsabilità politica. Per questo è saltato il vertice del Dap”.