Trasporti: la domanda è cambiata e per forza di cose cambierà pure l’offerta. Come ci sposteremo? Quando riprenderemo a viaggiare, in Italia e all’estero? Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, col prof. Matteo Ignaccolo, dell’Università di Catania e presidente dell’associazione AIIT.

Il rischio di incrementare l’uso delle automobili

“I trasporti saranno un ostacolo nel breve periodo, in quanto la pandemia ha colpito pesantemente il settore a livello locale, nazionale e internazionale. Si parla del problema del distanziamento sociale (per noi sarebbe meglio parlare di distanziamento fisico, sembra quasi voglia allontanarci dai nostri simili) in riferimento alla ricerca, da parte delle persone, di doversi cercare altri mezzi per spostarsi – ha osservato il prof. Ignaccolo – se non si aiuterà il sistema del trasporto pubblico assisteremo ad un incremento dell’uso delle auto, quindi del traffico e dell’inquinamento.”

Aiutare le persone a muoversi diversamente

Il vero cambiamento consiste nel capire come aiutare i trasporti, che “attualmente possono accogliere massimo il 30% delle persone che potevano accogliere una volta. E’ tempo di ritrovare una situazione di equilibrio intervenendo sulla velocità, sulle corsie preferenziali, sul trasporto a chiamata, sulla mobilità attiva, favorendo i pedoni e le biciclette – ha aggiunto Matteo Ignaccolo – bisogna agire sulla domanda, cioè far muovere la gente diversamente e quindi far funzionare in altro modo le nostre città.”

Il Mobility Manager

Trasporti: chi e come contribuire al cambiamento della situazione attuale? “Le politiche di Mobility Managment possono essere d’aiuto. C’è una figura professionale che non è stata tanto presa in considerazione, il Mobility Manager, cioè quella persona che in azienda progetta e favorisce la mobilità dei dipendenti in ingresso e in uscita dall’azienda – si è congedato il presidente di AIIT – sarebbe utile averne nelle industrie, negli uffici, nelle università. Queste figure esistono da anni, ma non hanno avuto un peso altissimo. Nelle realtà in cui professionalità simili hanno funzionato risultava un fattore positivo per i lavoratori, si rendevano ben presto conto di non dover avere una macchina da abbandonare nel parcheggio, della propria industria, per sei sette otto ore e avere la possibilità di raggiungere il proprio posto di lavoro spendendo molto ma molto meno. Per il lavoratore si è rivelato un fattore positivo, di arricchimento, per le proprie tasche e per la propria vita.”

 

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