Il magistrato Gian Carlo Caselli è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla scarcerazione dei mafiosi
“Lo Stato deve tutelare la salute di tutti i detenuti e del personale, anche in situazioni di emergenza e di pandemia, utilizzando tutte le strutture sanitarie che funzionano nelle carceri e se necessario creandone di nuovi. Questo è il principio base. Poi si può discutere su altri profili. Si ricorda giustamente l’articolo 27 della Costituzione che stabilisce che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Però è un principio che ha senso solo quando si tratta di condannati che mostrano di volersi reinserire. Non è il caso dei mafiosi irriducibili, che non hanno collaborato con lo Stato. I mafiosi giurano fedeltà perpetua all’associazione e lo stato di uomo d’onore lo conservano fino alla morte. Se non si pentono continuano ad essere nemici dello Stato. E’ vero che la Costituzione vale per tutti, ma la Costituzione non è un taxi da prendere quando ti fa comodo. Il mafioso cerca di dominare parti consistenti del territorio nazionale e di condizionare la vita politica ed economica del Paese. Il mafioso è nemico assoluto della Costituzione. Per avere qualcosa che la Costituzione prevede dovrebbe dimostrare di essere rientrato nella Costituzione. Ogni mafioso che recupera la libertà è un mafioso reinserito nel circuito criminale, questo è un lusso che lo Stato non si può permettere. E’ anche un segnale di debolezza che la mafia potrebbe cogliere per avviare nuove baldanzose strategie”.
Sul rispetto delle regole per il contenimento del Coronavirus
“E’ l’eterno conflitto tra l’Italia delle regole e quella dei furbi -ha affermato Caselli-. Anche in questo periodo c’è chi capisce che l’osservanza delle regole è importante per la propria salute e per quella di tutti e c’è chi non la capisce. Secondo me il popolo italiano ha dato grande prova di responsabilità perchè la grande maggioranza si è immedesimata con l’Italia delle regole, anche in questo caso però c’è qualcuno che se ne frega e allegramente mette in pericolo la vita di tutti. Poi c’è l’attacco che viene portato a chi disegna le regole e ne chiede l’osservanza. Viene considerata una lesione delle libertà fondamentali. E’ chiaro che se si deve restare chiusi in casa è una rinuncia, così come non poter andare ovunque si voglia, però tutto questo corrisponde a una necessità. Perchè rispettiamo il semaforo? Prima di tutto perchè c’è, ma anche perchè abbiamo paura della sanzione, ma soprattutto perchè ci rendiamo conto che altrimenti andremmo a sbattere causando danni gravissimi a noi e agli altri. Le regole sono la pre-condizione per vivere meglio tutti quanti insieme. Senza le regole sarebbe il caos, la giungla. Quando si impongono regole a tutela della salute di tutti è per evitare un male e garantire un bene, cioè il ritorno ad una vita normale. Dire che tutto ciò è un attentato alla Costituzione è senza senso, è uno sproloquio”.