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La Storia Oscura: il “Patto di Londra” con cui l’Italia nel 1915 decise di entrare nella Prima Guerra Mondiale

Con Radio Cusano Campus, la storia a casa tua. A “La Storia Oscura” programma curato e condotto da Fabio Camillacci (in onda dal lunedi al venerdi dalle 16 alle 17), prosegue il nuovo ciclo speciale dedicato alla Prima Guerra Mondiale in occasione dei 105 anni dall’entrata dell’Italia nel conflitto. Il nostro Paese dopo un’iniziale neutralità e legata agli Imperi centrali di Germania e Austria dalla “Triplice Alleanza”, decise di entrare in guerra pochi mesi dopo lo scoppio delle ostilità ma al fianco delle potenze dell’Intesa: Francia, Gran Bretagna e Russia. Lo fece firmando il famoso “Patto segreto di Londra” il 26 aprile 1915.

Un patto con cui l’Italia si impegnò a dichiarare guerra all’Austria entro 30 giorni dalla firma del protocollo. Il 3 maggio Roma denunciò la “Triplice Alleanza”, poi, il 24 dello stesso mese, fu dichiarata la guerra all’Austria. L’Impero Asburgico aveva predisposto un solido schieramento difensivo sulle posizioni di confine lungo l’Isonzo e le alture del Carso e i mezzi offensivi dell’esercito italiano erano scarsi, per cui la guerra assunse fin dall’inizio un carattere di logoramento.

Il Patto di Londra. Conosciuto anche come “Trattato di Londra”, fu dunque un accordo segreto, stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della Triplice Intesa, con i quali l’Italia si impegnò a scendere in guerra contro gli Imperi Centrali, entro un mese dalla stipula in cambio di cospicui compensi territoriali poi non completamente riconosciuti nel successivo trattato di Versailles alla fine del conflitto. Il Patto restò segreto fino alla sua inattesa pubblicazione, alla fine del 1917, da parte dei bolscevichi, appena giunti al potere in seguito alla Rivoluzione russa di ottobre.

L’intervento del professor Giuliano Caroli. Il docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università Niccolò Cusano ha spiegato l’antefatto: “Il 9 dicembre 1914 il governo italiano, in base all’art. 7 del Trattato della Triplice, chiese all’Austria compensi territoriali per la sua avanzata nei Balcani, che furono rifiutati. Dal settembre aveva intanto avviato trattative con le potenze dell’Intesa, precisando le sue richieste territoriali, cioè i territori compresi entro l’arco alpino, fino al Quarnaro, e un certo regime di autonomia per gli Italiani di Dalmazia, che il ministro degli Esteri Sidney Sonnino portò poi avanti con maggiori pretese sull’Adriatico, per garantire all’Italia la sicurezza marittima. Successivamente, con il Patto segreto di Londra del 26 aprile 1915, l’Italia si impegnò ad aprire le ostilità contro l’Austria entro 30 giorni dalla firma del protocollo. Le prime 4 offensive sull’Isonzo (23 giugno-7 luglio; 18 luglio-3 agosto; 21 ottobre-4 novembre; 10 novembre-5 dicembre), guidate dal generale Luigi Cadorna, non spezzarono la difesa nemica, ma l’Austria fu obbligata a inviare sul nuovo fronte forze sempre più numerose. In sintesi l’Italia nella Prima Guerra Mondiale si schierò con le forze dell’Intesa che in caso di vittoria promisero al nostro Paese più territori di quelli che avrebbe concesso la Triplice Alleanza. Aggiungo, che la Germania avrebbe fatto queste concessioni all’Italia, ma l’Austria-Ungheria si oppose”.

Di seguito e alla sezione podcast di www.tag24.it, l’intervista integrale al professor Caroli.

 

 

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