Gli imprenditori che speravano di riaprire le loro attività il 4 maggio sono rimasti delusi. Il lockdown, fatta eccezione per i settori edile e manifatturiero, durerà fino al 18 maggio. Parrucchieri, estetisti, bar, ristoranti e pizzerie potranno tirare su la saracinesca dal primo giugno. Le imprese sono preoccupate, non lavorare per mesi significa portarle a morire e da tempo denunciano zero aiuti da parte del Governo. A San Donà del Piave, in provincia di Verona,  in concomitanza con le altre città d’Italia, i negozianti hanno acceso le luci dei loro locali e hanno protestato in piazza Indipendenza. “Fateci aprire” l’appello degli esercenti, dotati di mascherina. Sono tutti allo stremo e chiedono di aprire rispettando i dispositivi necessari a garantire la sicurezza. Sul piede di guerra anche i parrucchieri, per loro la ripresa dell’attività è rimandata a giugno. Salvatore Castelluccio, parrucchiere napoletano che denunciò le estorsioni della camorra, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

La lotta alla Camorra

Ho chiuso l’attività a Napoli e tuttora vivo sotto scorta, dopo 5 anni dalla mia denuncia. Ho ricominciato l’attività a Sorrento.  La camorra mi aveva fatto terra bruciata, non avevo più clienti e ho dovuto chiudere il mio negozio nel centro della città”.

Non possiamo aprire a giugno

“Non credevo che dovessimo aspettare giugno per la riapertura. A noi parrucchieri lo Stato ha dato 3 opzioni: indebitarci, fare la fame o suicidarci. Stare 3-4 mesi chiusi significa poi riaprire un negozio con i debiti. Noi ci siamo già attrezzati per riaprire. Non capisco perché non possano riaprire i parrucchieri mentre possano circolare i mezzi pubblici con decine di persone, per non parlare dei negozi di alimentari, di frutta davanti ai quale c’è sempre tanta file e non vengono rispettate le distanze di sicurezza e la gente è senza mascherina”.

I costi alti dell’attività e i pochi aiuto del Governo

“Io per 3 mesi d’affitto, marzo aprile e maggio, dovrei pagare 4mila euro e lo Stato ci manda per marzo 600 euro. I nostri governanti spendono tutti questi soldi per le task force e a noi cittadini danno l’elemosina. Hanno scelto lo scienziato Colao che fa le regole ma secondo me non va bene perché ci vuole un addetto del settore. Uno come Colao che ne sa dei parrucchieri, dei salumieri? Il problema è che Conte non è un imprenditore, ragiona in un altro modo, deve tornare a fare l’avvocato”.

Stiamo organizzando una protesta

“Noi parrucchieri ci stiamo organizzando per fare una rivolta perchè non si può andare avanti così. Avevo fatto la richiesta per i 25mila euro, l’ho fatta bloccare dal commercialista perchè se io faccio questo prestito non so se lo posso pagare o meno e magari mi ritrovo pure come cattivo pagatore”.