Massimiliano Romeo, capogruppo Lega al Senato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Conte non è pentito sulla fase due
“Indubbiamente l’apertura con gradualità è dettata dalle regole di buon senso. Diciamo che ci aspettavamo che questa gradualità potesse concludersi entro metà maggio e tutte le attività potessero riprendere. Aspettare il 1 giugno per alcuni artigiani, alcuni esercizi commerciali, rischia di diventare pericoloso perchè certe attività potrebbero non riaprire più. Noi avremmo fatto diversamente. Bisognava anche fare ragionamenti in ambito regionale. Regioni che hanno azzerato i contagi potevano riaprire prima e il governo avrebbe dovuto dare tutti gli strumenti necessari, come le mascherine. Sotto questo profilo sembra che il governo abbia detto poco”.
Sulla mozione di sfiducia al ministro Gualtieri
“Gualtieri ha mostrato troppo servilismo nei confronti dell’UE. In un momento in cui non c’era niente da perdere ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio nelle trattative. Autorizzare il Mes e non portare a casa nulla ad esempio sul recovery fund, che è rimasto solo sulla carta, non è stato il massimo per l’Italia. Sotto l’aspetto delle politiche economiche dell’Italia la grave lacuna è stata il decreto liquidità, troppo farraginoso, meccanismo lungo anche laddove la garanzia dello Stato è al 100%. Queste cose lasciano pensare che non sia stato all’altezza della situazione, per questo abbiamo presentato la sfiducia. FI? Noi siamo accomunati con loro e con FDI da ideali, da un programma politico chiaro, è chiaro che poi nella battaglia politica ci sono sensibilità diverse, non siamo il partito unico”.
Sulle messe
“Nella storia, nei periodi difficili, c’è sempre stato un momento di spiritualità, di invocazione del divino, il desiderio di andare in Chiesa, di poter ascoltare la messa, fare la comunione. Secondo noi questo è un aspetto importante. Un ragionamento su come poter svolgere le messe, magari con accessi contingentati, ci voleva”.