Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).
Sulla fase due
“Oggi circolava una vignetta simpatica in cui c’era Conte che diceva: può uscire solo chi ha capito cosa ho detto -ha ironizzato Migliore-. Le comunicazioni forse dovrebbero essere più sobrie e schematiche. Quando si è detto che si poteva andare a trovare i propri congiunti, tutti sono andati sul vocabolario a vedere cosa significasse congiunti. Ora si dice affetti stabili, la toppa è peggio del buco. Inoltre da laico, non consento allo Stato di impedire che ci possa essere la professione della propria fede religiosa. Sulle riaperture poi si poteva differenziare per regioni. La mancata distinzioni tra regioni è un grave problema. Mi sarebbe piaciuto ascoltare termini tecnicamente più chiari: quanti tamponi facciamo, quali dispositivi di sicurezza vanno adottati. La vera fase due inizia il 18, il 4 è una data indicativa. Quello che non ho capito è come si affronta un’emergenza economica che può diventare ancora più drammatica. Il turismo ha perso una stagione, perchè la mobilità con l’estero è quasi da dimenticare, quella extraregionale crea difficoltà, se si impedisce anche quella intraregionale diventa un grande problema. Significa mettere in ginocchio un grande pezzo della nostra economia”.
Sulla scarcerazione di Pasquale Zagaria
“Se c’è un’incompatibilità con il regime carcerario e non si possono dare cure adeguate a un detenuto, questo detenuto deve essere curato in qualche modo -ha affermato Migliore-. Pasquale Zagaria, un boss della camorra, che era detenuto a Sassari, essendo malato di tumore aveva bisogno di una serie di cure che non potevano essere realizzate in Sardegna. Il tribunale di sorveglianza ha scritto al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per chiedergli dove poter portare il detenuto. Il dipartimento non ha risposto e il magistrato di sorveglianza a quel punto è stato costretto a disporre la detenzione domiciliare. La colpa è di questa amministrazione penitenziaria, di cui abbiamo chiesto le dimissioni. Questa è un’inadempienza molto grave che dovrà essere chiarita fino in fondo perchè non possiamo ammettere che avvengano queste scarcerazione. Il Dap continua fare scarica barile e a non assumersi le responsabilità. Quando io ero sottosegretario alla giustizia avevamo Provenzano e Riina che erano quasi in fin di vita e sono morti al 41 bis perchè le cure di cui avevano bisogno erano realizzate in carceri dove si potevano fare le cure. Il rispetto per gli esseri umani non significa lasciare che queste persone possano andare a parlare con la famiglia”.