Bonetti (ministro famiglia): “Servono risposte alle incertezze delle famiglie. Stiamo lavorando a estensione del congedo parentale per almeno altri 15 giorni; assegno mensile per tutti i figli almeno fino a 14 anni da qui alla fine dell’anno; organizzazione di attività educative e sportive con regole di sicurezza. E poi stiamo pensando a una forma di assistenza domiciliare da parte di volontari e studenti universitari che possano aiutare le famiglie nella gestione della didattica online. 

La ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti (Italia viva) è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Tutto in famiglia” condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus.

Sui provvedimenti per le famiglie

“Capisco le fatiche, le incertezze e i dubbi di tanti genitori e tanti famiglie. Abbiamo chiaro quanto sia problematico il tema di questa incertezza: torno a lavorare, a chi lascio i miei figli? Inoltre, i giovani che sono rimasti chiusi in casa per due mesi come possono resistere a questa solitudine senza un contatto educativo? Stiamo costruendo un percorso attraverso più strumenti che vogliamo mettere in campo. La prima misura è estendere i congedi parentali, che valgono sia per le mamme che per i papà, almeno per altri 15 giorni che siano fruibili già dal 4 maggio. Poi c’è il tema del sostegno economico alle famiglie: un assegno mensile per tutti i figli almeno fino a 14 anni da qui alla fine dell’anno. Terzo tema: ricostruire e riattivare la rete educativa fatta di enti locali, di associazioni, di mondo sportivo, quelle realtà che si devono alleare per potersi riorganizzare e proporre attività che sostituiscano il tempo scolastico. Ovviamente devono essere attività riorganizzate attraverso regole sanitarie diverse. Questo mese di maggio sarà utilizzato a strutturare tutto il percorso estivo. E poi stiamo pensando a una forma di assistenza domiciliare da parte di volontari e studenti universitari che possano aiutare le famiglie nella gestione della didattica online”.

Uniti per uscire dall’emergenza

“Il rischio è pensarci come un Paese diviso per parti in cui ciascuno tutela il proprio diritto pensando che sia diverso dal diritto dell’altro. Questa cosa va smontata, vanno ricomposti i bisogni. Va capito che l’Italia si salva se tutti si salvano insieme. Mentre diciamo il lavoro ricomincia, dobbiamo rinforzare anche la rete educativa per aiutare le famiglie e permettere a tutti i genitori di poter tornare a lavorare”.