L’attore Fabio Testi è intervenuto microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Dal Gf vip alla quarantena in Veneto
“Inizialmente noi sapevamo molto poco, abbiamo avuto notizia di questo virus quando c’erano stati 3mila morti in Cina e io ho un figlio che lavora a Shanghai. Quando sono riuscito a parlare con lui mi ha detto che lì erano più sicuri che all’estero perchè hanno circoscritto subito l’epidemia e l’hanno chiusa in fretta. Però io dentro stavo male e allora ho chiesto di mettermi in nomination per poter uscire e parlare con mio figlio. All’uscita ho visto un mondo irreale perchè vedevo solo i guanti bianchi e le mascherine delle persone a 10 metri da me, nessuno si avvicinava. Poi mi hanno caricato su una macchina della produzione e mi hanno portato qui in casa in Veneto dove sono rinchiuso in 30 ettari recintati con i miei cani, mio cugino e sua moglie. Almeno qui ho un bagno per conto mio, invece nella casa del GF dovevamo condividerlo. Avere sempre il microfono appeso al collo per 70 giorni non è stato bello, così come non avere un giornale, un telefono. Nel contratto che abbiamo firmato c’è scritto che non si può parlare di politica, religione e alcuni marchi importanti. Stando 24 ore su 24 col microfono addosso ti devi controllare. Nella casa ci si abbracciava, si stava insieme, una volta uscito invece era tutto irreale, ho pensato che mi stessero facendo uno scherzo. La cosa bella è che sono quotidianamente in contatto con i miei figli, uno in Cina, uno a Londra, l’altro in Austria. Già vederli, anche se solo in video chiamata, mi fa stare bene. Io mi reputo fortunato avendo un terreno a disposizione, ho una mini palestra in casa, mi muovo, ma penso alle persone che sono chiuse in un apparamento di 50 metri quadrati. E’ una prigione, sono arresti domiciliari”.
Sulla gestione dell’emergenza da parte del governo
“Si investono miliardi nella prevenzione e poi non abbiamo nessuno che riesca a gestire le cose. Germania e Cina l’hanno chiusa in fretta, noi invece siamo ancora a questo punto. In Veneto Zaia è uno che ha coraggio, ha saputo prendersi le sue responsabilità. Ci vuole coraggio, bisogna prendere decisioni e poi se si sbaglia si va a casi. Abbiamo il record di morti, non è possibile”.