Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, è intervenuto microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul settore alberghiero

“Tutta la filiera sta soffrendo -ha affermato Nucara-. Noi siamo stati i primi ad avvertire il colpo della crisi, quando il contagio c’era solo in Cina e si è registrato il blocco dei flussi dalla Cina verso l’Italia. A metà febbraio, quando si sono verificati i primi casi in Italia il problema si è allargato a macchia d’olio e poi siamo arrivati al lockdown. Gli alberghi sono tra le attività che possono rimanere aperti, ma in tantissimi hanno chiuso e i pochi che sono rimasti aperti lo hanno fatto in perdita, per svolgere un servizio di pubblica utilità. Le perdite per il settore sono catastrofiche, quest’anno si stima il 73% del fatturato. A grandi linee la clientela degli esercizi recettivi italiani è composta dal 50% da stranieri. Quest’anno di stranieri ne vedremo pochi, così come molti italiani non andranno in vacanza. E’ probabile che i primi spostamenti saranno di prossimità. Bisognerà vedere come si riparte, perchè una struttura l’affitto, le tasse li deve pagare quindi bisogna capire se i ricavi siano superiori ai costi. Abbiamo subito un’ondata di cancellazioni nei mesi precedenti, ora tutti gli alberghi stanno dando la possibilità di prenotazioni molto flessibili. Noi diciamo a tutti: prenotate con fiducia, perchè le date si potranno cambiare senza rimetterci nulla. L’incertezza riguarda anche le regole per la riapertura. Ovviamente si dovranno rispettare le misure di distanziamento, quindi ci sarà una riduzione dei posti. Prima della primavera 2021 per il turismo la normalità non tornerà”.

Sulle misure economiche

“Il governo ha fatto cose utili, ma insufficienti. Sui prestiti bisogna accelerare, così come sulla cassa integrazioni. Chiediamo che le tasse vengano ridotte e dei contributi a fondo perduto su una quota del fatturato dell’anno scorso, su una quota del fatturato perso. In questo momento le aziende non hanno bisogno di prestiti e di fare ulteriori debiti.