Elena Donazzan (FDI), assessore al lavoro e all’istruzione della Regione Veneto, è stata ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

L’emergenza Coronavirus affrontata dalla Regione Veneto

“Il Veneto, per sua ragion d’essere, è molto esposto per le sue relazioni con il resto del mondo quindi ancora prima del 31 gennaio, quando il governo ha decretato l’emergenza, avevamo deciso di acquistare tamponi, di fare prevenzione -ha affermato Donazzan-. Abbiamo avuto un sistema universitario collegato al nostro sistema sanitario che ci ha consigliato come poter anticipare l’emergenza. Poi abbiamo un sistema socio-sanitario molto territoriale e capillare che ha permesso di attivare le misure di contenimento quando abbiamo avuto i primi casi. Abbiamo subito chiuso il comune di Vo Euganeo, abbiamo fatto i tamponi alla popolazione e iniziato a studiare come si stava diffondendo il virus. Abbiamo poi esteso i tamponi a tutta la Regione, in particolare nell’ambito sanitario. Questo combinato disposto, condito da un po’ di fortuna come dice il presidente Zaia, ha permesso di affrontare bene quest’emergenza sanitaria”.

Sull’emergenza economica

“I dati sui 50mila posti di lavoro persi in questi due mesi sono peggiori di quanto si potesse immaginare. E si tratta solo di posti di lavoro dipendente. Principalmente sono posti di lavoro che riguardano il settore del turismo, il Veneto è la prima regione d’Italia per turismo che è la nostra prima industria. Inoltre c’è tutto l’ambito della moda, che in Veneto vale 9 miliardi di export, ha oltre 100mila addetti. Noi abbiamo una ricetta per ripartire, si chiama: sicurezza pre requisito. Dal primo giorno abbiamo capito che il tema sarebbe stato la messa in sicurezza. E’ da 25 giorni che verifichiamo le nostre imprese attraverso il servizio sanitario pubblico terzo, abbiamo visitato circa 240 imprese al giorno, solo meno del 5% ha avuto qualche rilievo. Cosa c’entra un codice ateco con la sicurezza? Il sistema moda ha lanciato un grido di dolore lancinante che è stato ignorato da Conte e dal governo. La moda già ha perso tantissimo e i competitori nel mondo sono aperti, ma il governo impedisce di produrre”.

Sul Covid 19 considerato infortunio sul lavoro

“E’ una legge sbagliata. Così moriremo sani di fame. La gente vuole lavorare, considera la sicurezza un requisito da rispettare per sè e per l’imprenditore. Non si può scaricare solo sul datore di lavoro un’assunzione di responsabilità che è di ciascuno di noi”.