Aldo Maria Cursano, vicepresidente vicario di Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi (Confcommercio), è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sul decreto liquidità

“E’ il solito gioco delle tre carte -ha affermato Cursano-. In questo momento in cui si parla di vita delle persone, della loro storia, delle loro prospettive, tutto questo lo si accetta male. Noi non siamo in grado di assumere ulteriori debiti rispetto a quelli che abbiamo già contratto se vogliamo restare in piedi. Noi abbiamo sempre e comunque solo dato e ogni volta che si chiede una mano si riceve uno schiaffo, sono questi gli aspetti che feriscono nel profondo. Io ho bisogno di bere oggi e mi propongono l’acqua nel 2021, ma quell’acqua nel 2021 mi può servire solo per l’estrema unzione perchè io ho bisogno di bere oggi. Il nostro mondo lavora per cassa, non c’è patrimonio dietro, c’è il lavoro, c’è la persona, ma se io sono inattivo è chiaro che se non troviamo un modo per sopravvivere non andiamo avanti. Sono arrabbiatissimo perchè abbiamo consentito nuovamente alle banche, quelle banche che hanno creato il disastro finanziario alle spalle dei cittadini, il ruolo di decidere la vita e la morte delle nostre imprese. E’ assurdo mettere il nostro sistema a rischio proprio con loro che ci hanno messo nei guai. In questo momento ci sentiamo abbandonati, impediti nel nostro lavoro. Fateci fare quello che fanno tutti in sicurezza dando il nostro servizio, anche se al 30%, ma se mi manca il 70%, di quel 70% che mi manca bisogna farsene carico perchè altrimenti uccidiamo un modello produttivo”.