Like: espressione di gradimento che in italiano significa piace. Sui social capita di aumentare consensi sotto contenuti di aziende o amici, il più delle volte lo facciamo in maniera compulsiva: per amicizia, stima o interesse. Dove vanno a finire e come vengono gestiti i nostri pollici in su?

Le chiavi di lettura

Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con il direttore di Key4biz, Raffaele Barberio. “L’espressione il valore dei like presenta diverse chiavi di lettura: se lo facciamo a favore di un’opinione è un apprezzamento, o quando togliamo il consenso lo facciamo perché riteniamo stiano mentendo – ha sottolineato Barberio – nel caso dei prodotti di consumo, il like viene utilizzato per ragioni commerciali e ha un valore diverso, di natura commerciale.”

Facebook e il sistema interno di intelligenza artificiale

Like: chi esprime apprezzamenti sotto beni proposti da aziende “lo fa per ragioni di appartenenza al gruppo, magari è la macchina che vorrei possedere o mi piace la casa automobilistica – ha fatto notare il direttore Barberio – mentre se lo farò sotto il post di una persona il significato sarà di stima e affetto. L’aspetto più rilevante è dato dal social per il quale esprimo apprezzamenti. Facebook è un soggetto occhiuto, che guarda dall’alto, ed è in grado di mettere da parte tutti i nostri like in un dossier personale. Tutto viene fatto da sistemi di intelligenza artificiale molto complessi, capaci di trattare i dati di miliardi di persone. Se clicco like sotto un gattino di me si saprà che mi piacciono gli animali, così potranno delineare le caratteristiche del nostro carattere. Sono informazioni che verranno vendute, ma attenzione in futuro potremo anche assistere alla scomparsa del famoso pollice di consenso.” 

La formazione online

In tema di digitale, e in occasione del lockdown, l’Università Niccolò Cusano ha stilato un’infografica selezionando alcune importanti attività per fronteggiare il periodo, tra queste la formazione online. Il direttore Barberio si è detto molto d’accordo. “Gurdare la tv stanca, molte persone sono a caccia di trasmissioni nuove da vedere. Mi capita di parlare con gente che racconta di aver rivalutato i documentari, o le trasmissione dove viene raccontata la natura, il turismo. Abbiamo cominciato a fare cose vecchie in modo nuovo e cose del tutto nuove – si è congedato Raffaele Barberio – la formazione a cui fa riferimento è la componente più rilevante. Gli aspetti di formazione stimolano e sviluppano attenzione da parte di tutti e a tutte le età.”

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