Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).
Il 24 aprile il Corriere dello Sport-Stadio, in sinergia con l’Università Niccolò Cusano, regalerà la bandiera dell’Italia
“E’ il momento di ritrovarci distanti ma uniti sotto un’unica bandiera, quella tricolore. Credo che occorra restituire il giusto valore anche alla bandiera, dobbiamo ricordarci che siamo un Paese”.
Sulla ripartenza del calcio
“Mercoledì c’è un appuntamento molto importante in Lega calcio -ha affermato Zazzaroni-. C’è un 50% di possibilità di proseguire il campionato di Serie A a giugno e un 50% di bloccare tutto. Al momento sono 11 contro 9, la partita è aperta. Ci sono forze che stanno spingendo contro la riapertura, anche il presidente del Coni Malagò non mi sembra favorevole alla ripartenza a giugno. C’è un gioco di interessi personali e societari che sta ritardando tutto. L’unico che sta lottando con determinazione è il presidente federale che ha detto di non voler essere il becchino del calcio. Purtroppo questo governo non è in grado di prendere una decisione. Ne parlavo l’altro giorno con Briatore, se ti affidi a tutte queste task force con diecimila voci diverse non riesci a prendere una decisione. La C al 90% non riparte, la B all’89%. Io la vedo grigia e sono angosciato, il solo pensiero di rimanere senza calcio 5 mesi mi fa pensare che non so cosa ritroveremo dopo. Abbiamo la necessità di provare a convivere col virus. Non possiamo fermare il mondo perchè il virus non ci dà una tempistica e questo vale anche nello sport. Quando si parla di protocolli, di tamponi, si parla del contenimento del rischio. Noi dobbiamo decidere se aspettare che il virus determini un calo improvviso della virulenza, quando decide lui, oppure cominciamo a guardarci intorno, ad uscire, a ritrovare una parvenza di normalità. I problemi della Serie B sono inferiori, perchè c’è un movimento di denaro notevolmente inferiore rispetto alla A. Però cristallizzando quella classifica vai incontro ai famosi ricorsi. Più scendi e meglio è, a minori costi corrisponde anche minore rischio e minore uscita. In C ci sono situazioni di squadre che non riusciranno a uscirne, andremo incontro a una riduzione del numero di squadre quasi automatico. Io non sarei mai per la riduzione delle squadre, però mi sembra di capire che la sostenibilità della Serie C è andata a farsi friggere. Temo che il Coronavirus sarà la ghigliottina per molte squadre”.