Duilio Loi il primo grande pugile del dopoguerra, apripista per altri che ne avrebbero seguito il coraggio e la determinazione
Il boxeur triestino ha in comune con Nino Benvenuti la città giuliana e il fatto di essere loro due gli unici italiani entrati nella International Boxing Hall of Fame
Oggi è l’anniversario della nascita di uno dei pugili più valorosi nella storia del Pugilato, Duilio Loi. Nato a Trieste il 19 aprile 1929 è stato capace di una carriera sportiva durata ben 14 anni tra i professionisti.
La sua tecnica, il suo sapersi sacrificare negli incontri più complicati fino alla fine, lo hanno portato a vincere il titolo italiano nella categoria dei Pesi Leggeri dal 1951 al 1954. Poi lo sportivo friuliano è riuscito a coronare nella stessa categoria il sogno di diventare Campione d’Europa e di restare sul trono del Vecchio Continente fino al 1959.
Da quel momento, legittimato dai successi europei, il valoroso Duilio Loi ha ottenuto per 4 anni, fino dal 1959 al 1963, lo scettro di Campione d’Europa nei Pesi Welter. Contemporaneamente, dal 1960 al ’63 il triestino è stato Campione del Mondo nei Welter Juniors.
La famiglia Loi è composta dalla mamma, triestina, e dal genitore originario di Cagliari, che lavorava come capo-macchinista delle navi mercantili. Lui si innamorò del Pugilato a soli 16 anni, a Genova, nella palestra di Dario Bensi.
A 19 primavere gareggiava nei Pesi Piuma ma alle Olimpiadi di Londra, 1948, Loi discusse con il responsabile tecnico dell’Italia, Steve Klaus, perché gli imponeva di non fumare nemmeno la sua abituale sigaretta successiva il pasto. Loi tornò a casa ma sbagliò. La medaglia d’oro l’avrebbe vinta colui il quale ne prese il posto, tale Ernesto Formenti.
Duilio imparò la lezione. Passò professionista su suggerimento dell’ex campione Amedeo Dejana e fece ben 32 incontri, con 30 successi e 2 pareggi; il che fruttò il titolo di Campione d’Italia a Milano nel luglio del 1951, contro Gianluigi Uboldi. Tutto sotto l’ala protettrice del procuratore Umberto Branchini, già in auge.
Nel 1952 due grandi appuntamenti. Il 2 aprile supera il campione olimpico di 4 anni prima al suo posto, Formenti, ai punti, a Cagliari: ma ad agosto a Copenaghen il pugile italiano riesce ad avere la chance europea perdendo, a Copenaghen, il suo primo incontro con Jorgen Johanssen, ai punti, anche in questo caso.
Ribadisce il tutto nel nostro paese il 28 gennaio 1953 con Emilio Marconi, a Milano: il triestino vince per knock-out tecnico alla 9° ripresa. A Grosseto il secondo incontro termina in parità, il 13 novembre.
Nel febbraio del 1954 Loi si prende la giusta rivincita a Milano col danese Johanssen: il triestino è ora il più forte di tutti, in Europa, nei Pesi Leggeri. Una prima, grande soddisfazione, dopo anni di allenamenti e sacrifici.
Il 13 maggio 1954 Duilio Loi se la vide con lo spezzino Bruno Visintin: match durissimo che vide il giuliano aggiudicarsi la sfida ai punti dopo 15 riprese assai equilibrate. Il 13 luglio Loi resta Campione d’Europa battendo ai punti il francese Herbillon. Poi un giro del mondo tra l’Australia e gli States.
Il 2 luglio 1955 il pugile triestino mette in palio il titolo italiano e quello europeo a Milano contro il caparbio e valente Giancarlo Garbelli. Vinse ai punti tra i fischi del pubblico di casa, che tifavano per il suo avversario.
La città meneghina si seppe far perdonare, in occasione delle difese del titolo continentale: nel primo caso vinse in 15 riprese ai punti con Ferrer, francese; nell’altro Loi pareggiò con lo spagnolo Hernandez al Vigorelli, nell’occasione prestato dal ciclismo al pugilato. Andò lo stesso sul ring due giorni dopo un incidente di macchina. Si sarebbero reincontrati il 26 dicembre 1956: in 15 riprese vinse l’italiano, ai punti.
Avrebbe difeso il titolo contro un altro francese Chiocca, un anno dopo, e poi nel settembre del 1958 ancora a Milano, pareggiando contro un altro friuliano, Mario Vecchiatto.
Nel 1957 Loi si riappacificò con l’ungherese Steve Klaus quando questi si dimise da responsabile azzurro dei dilettanti (ricordate i Giochi Olimpici del 1948?, n.d.r.) diventando un manager. I due lavorarono insieme, fino al secondo titolo europeo, alò Vigorelli di Milano, conteso dal toscano Emilio Marconi, che finì due volte al tappeto. Quindi vinse il triestino ai punti.
Duilio Loi rinuncia alla corona dei Leggeri per combattere per quella, sempre a livello europeo, dei Welter. Al PalaFiera di Milano vede di fronte di nuovo Visintin: vinse di nuovo ai punti il triestino di origini sarde, e ancora ai punti.
Loi ha 31 anni e non aveva avuto ancora la possibilità di battersi per il titolo mondiale. Accadde il 15 giugno 1960, a Daly City, San Francisco: vinse il portoricano Carlos Ortiz con un verdetto non unanime. Il giovane avversario concesse la rivincita allo Stadio San Siro. Il 1° settembre vinse Loi che divenne il terzo pugile italiano, dopo Primo Carnera e D’Agata, a diventare il titolo iridato superando Ortiz ai punti.
Un giudice, quello americano, disse che il match era stato per lui in parità. Ortiz ottenne un terzo incontro, sempre a San Siro, il 10 maggio 1961. Loi vinse davanti a quasi 62000 spettatori in maniera schiacciante, con il portoricano che finì una volta al tappeto. Ortiz si sarebbe rifatto diventando, pensate un po’, Campione del Mondo dal 1962 al 1968.
In precedenza il 25 novembre 1960, al Palazzetto dello Sport di Roma, in Viale Tiziano, quello impiegato per le Olimpiadi, Duilio Loi difese la cintura europea dei Pesi Welter vincendo in maniera convincente ai punti il francese Auzel, finito due volte giù.
Nell’agosto 1961 Loi difese lo scettro europeo dei Welter con il danese Christensen, superato ai punti a Saint Vincent. Il 21 ottobre a Milano un altro pareggio del triestino, sulla sua strada: nel mondiali dei Pesi Welter Juniors capitò con Eddie Perkins (USA).
Il 15 luglio 1962 Loi superò ai punti grazie a un’ottima ultima ripresa con un knock-down allo Stadio Amsicora di Cagliari Fortunato Manca, beniamino dei 30000 sardi intervenuti in occasione del titolo europeo dei Welter. Quindi Loi diede la rivincita allo statunitense Perkins perché il precedente verdetto di parità lo aveva ferito nell’orgoglio. A Milano vinse Perkins per decisione dell’arbitro e giudice unico Verrière. In un terzo incontro a Milano Loi tornò in vetta al mondo, sempre ai punti, arbitro Georges Gondre. Ma Perkins fino alla fine restò appeso alla possibilità di portare via un pareggio che gli avrebbe lasciato il titolo.
Il 24 gennaio 1963 a 34 anni Loi si ritirò sebbene ancora Campione d’Europa nei Leggeri e d’Europa nei Welter Juniors.
La scuola italiana avrebbe continuato alla grande con Nino Benvenuti e Sandro Mazzinghi.
Duilio Loi è scomparso a Tarzo (Treviso) il 20 gennaio 2008, tre mesi prima di festeggiare i 79 anni. Ma ha lasciato un grande segno, nello sport italiano e nella noble art. Tutto questo dopo aver vissuto a Milano ed essere stato eletto presidente delle Federazione Autonoma e Sindacato degli Ex Pugili. E dopo aver combattuto anche contro l’Alzheimer.
Duilio Loi ottenne la Medaglia d’Oro al Valore Atletico per il Mondiale del 1960. E nel dicembre del 2015 una targa con il suo nome è stata apposta nel Parco Olimpico del Foro Italico, dove vengono omaggiati quegli sportivi italiani capaci di distinguersi in campo internazionale.