Pietrangeli leggenda del Tennis non le manda a dire! Lascia da parte smash e voilée e tira belle bordate, in primis al Calcio e poi agli indisciplinati

A Pasqua il simbolo del nostro sport nel mondo è intervenuto a Radio Cusano Campus. Pressando quelli che stanno pensando di far ripartire la Serie A

 

Nicola Pietrangeli, leggenda vivente dello Sport italiano e del Tennis, stimato in tutto il mondo, è intervenuto in occasione del giorno di Pasqua, a Radio Cusano Campus.

L’intervista – Lei ha avuto i più grandi avversari di sempre, nel Tennis…

“Di quell’epoca. Dico sempre che ognuno è stato campione nella sua epoca”.

Come si battono i più grandi? Perché in questo momento non ci vuole soltanto la sua saggezza. Ci vogliono tante cose, tutte insieme.

“Io non sono all’altezza di sapere come si batte questo mascalzone. Saprei forse dire qualcosa sul tennis ma su questo argomento c’è gente molto più giustificata di me”.

Lei ha gestito giocatori dai caratteri non propriamente facile, nel percorso da Capitano non Giocatore. Ci può dire come gestire cose complicate.

“Io ho subìto una situazione non complicata ma di più, perché ho avuto un cancro al colon. Dal quale sono uscito credo per miracolo e sicuramente per bravura di questi due dottori fratelli Renato De Angelis e Stefano Valabrega”.

Umana riconoscenza: “Ma è il minimo. A distanza di 10 anni mi hanno spiegato questi due mascalzoni, quanto era grave, la cosa. Ne sono uscito – loro stessi hanno detto – in modo incosciente. Ahò, e io sono più forte di te. Quindi questo virus, che effettivamente non scherza, bisogna dire: Sai che c’è, di nuovo? Io sono più forte di te. Sperando che sia così”.

Quando uno ci si mette con la forza mentale di chi ha praticato sport ad alto livello, la determinazione di chi studia e tutti i giorni si mette in discussione, come i docenti e i nostri ragazzi, i medici, gli infermieri…

Pietrangeli dice: “Quelli sono degli eroi che sono molto, molto più importanti di noi che abbiamo fatto lo Sport; oggi addirittura qualcuno è miliardario in dollari! Questi che stanno aiutando, i dottori, gli infermieri, tutta questa gente che dà una mano non sono ringraziabili. Sono cascati dal cielo. Senza di loro sarebbe stata una ecatombe. Questa è gente che mette in pericolo la sua vita. Se non sbaglio sono arrivati dottori dalla Cina. Uno potrebbe anche dire: ma chi me lo fa fare?”

L’ex CT va in profondità: “In questo momento bisogna prendere seriamente la cosa, ma tutti. In certi paesi, quelli veramente civili, tu non vai a correre senza la maschera. Perché io ti prendo a frustate. Quando uno dice queste cose viene subito accusato, di essere un fascista, un nazista. NO!, perché all’uomo o alla donna le multe non fanno niente perché non le paga. Se come ho visto in Turchia i ragazzini giocavano a pallone in strada, li hanno presi a frustate, e hanno fatto bene”.

Un curioso aneddoto internazionale, che viene da lontano.

“Mio figlio mi ha detto che in Costarica a uno che faceva il Windsurf gli hanno sparato con le pallottole di gomma. Quello non ci va più, a fare Windsurf. Non è una cosa che l’ha inventata il sindaco: è una cosa nazionale, mondiale. La mia preoccupazione, se c’è qualche miglioramento come sembra ci sia, è che in parecchi dicano “Tutti vogliamoci bene, tutti allo stadio”. Bisogna che qualcuno faccia rispettare queste leggi, non a chiacchiere”.

Se i rappresentanti delle istituzioni sportive – non la voglio tirare per la giacchetta, per carità divina – io mi metto le mani nei capelli, perché sono preoccupati di far ricominciare  il campionato di Calcio. Ci siamo così imbarbariti, al punto da pensare che sia indispensabile?

Pietrangeli afferma: “Sta aprendo un portone, persino più grande del Quirinale. Possibile che c’è il virus in Italia e si parla di Calcio? Il Calcio ci ha rotto i …….; è la più grossa vergogna dell’Italia! Sono tutti indebitati, tutti pieni di buffi. I calciatori guadagnano delle cifre, milioni e milioni quando la gente muore di fame? Io non sono né di sinistra né di destra, sia chiaro. Se c’è una categoria che deve stare zitta è quella del Calcio. E’ una cosa vergognosa”.

Gli U.S. Open se non fossero disputati causerebbero una perdita di 400 milioni di dollari! Si parla di giocare al chiuso per tutelare i diritti televisivi. L’ex Presidente degli Internazionali d’Italia ha detto: “Ho sentito dire che il torneo di Roma potrebbe essere giocato più avanti, al coperto. La federazione americana non mi fa tanto pena perché se perde quest’anno 400 milioni di dollari, significa che li ha guadagnati lo scorso anno. Questi tornei del Grande Slam non mi fanno pena perché hanno guadagnato talmente tanti soldi…”.

Sul più illustre torneo del mondo Pietrangeli dice: “Wimbledon ha talmente tanti soldi, da quando esiste, non da ieri, visto che gli spettatori pagavano. Loro hanno sempre guadagnato 100 milioni di € all’anno, per 50 anni. Se perdono 50 milioni…. Roma rappresenta altre cifre. Roma giocata al coperto? Forse non perde ma certo non guadagna o guadagna molto poco.”.

A proposito di nobiltà, mi risulta ci sia stata una sorta di corrispondenza con il Principe di Monaco?

“Sono molto onorato, dell’amicizia con il Principe Alberto. Io non ho mai detto che ero amico del Principe Ranieri, quanto speravo che lui mi considerasse un amico. Con Alberto posso permettermi il lusso di dire che sia un mio amico. Il torneo di Montecarlo sarebbe finito in questi giorni. Anche loro, hanno avuto una bella botta”.

Non credo che a Monaco piangano miseria.

“No però ho sempre detto che per me, a parte i 4 Tornei del Grande Slam, che è un altro mondo, un’altra cosa, dopo ci sono i tornei. Roma – è il mio torneo – e Montecarlo, li ho messi sempre alla stessa altezza. Montecarlo ha un altro colpo d’occhio: è l’ultimo torneo mondano, di un’altra epoca, di una belle époque. Negli altri tornei non esiste più. Devo farmi vedere, ragionano così. Qui è un torneo che ha un certo fascino. Non fare quello, non è un problema di soldi, quanto non lo è per Roma. Non si strappano i capelli, per quest’anno pazienza, se non fai il torneo. Ma la federazione italiana per fortuna sta molto bene in salute”.

Sui rischi del coronavirus Pietrangeli dice: “Montecarlo non ha di certo bisogno del torneo per andare avanti. Però so che le mascherine non si trovano. Non è questione di soldi, di nobiltà o d’importanza: non contano niente. Perché Alberto di Monaco ha beccato il virus, sta benissimo. Se non risparmia il principe significa che il virus non guarda in faccia nessuno. Carlo d’Inghilterra l’ha beccato, poi il primo ministro inglese: non è questione di essere belli, ricchi, o brutti. Chi coio coio, detto alla romana”.

In tanti le hanno chiesto del 1976 in Cile. Guardiamo dentro casa nostra. Perché è mancato il coraggio su diversi fronti politici interni, per tutelarvi mentre andavate in un paese che soffriva una dittatura tra le più feroci?

“Sono passati tanti anni ma la mia non è una posizione politica, sia ben chiaro, anche se l’hanno interpretata così. A distanza di anni io ancora, non ho molta simpatia per la Sinistra. Essere minacciato di morte due volte, e dico 2 e non 16, che fa più scena, no?! Sentire al telefono “Ammazziamo te e tutta la tua famiglia” non è bello. C’era la macchina della Polizia e dei Carabinieri 24 ore su 24 sotto casa. Tutto questo solo perché volevo portare la squadra in Cile”.

Il racconto di quei difficili giorni prosegue: “Quando avevo detto mille se fosse stato a Pechino o Mosca, il massimo, del comunismo, mi sarei battuto uguale. A me della dittatura interessava non sul piano sportivo. Quando siamo andati lì, le cose, come quasi sempre, la verità è a metà strada: il Signor Allende non era un chierichetto, eh!?, questo me lo hanno spiegato lì. Qui da noi, evidentemente, la Sinistra non aveva cose più importanti, da fare. Si sono buttati tutti contro questa trasferta in Cile. Poi si sono raccontate mille storie, e ne ho sentita una qualche giorno fa, su un canale della RAI. Che ammazzavano i bambini allo stadio”.

Pietrangeli parla di una cosa che smentisce tutto ciò. “Siamo arrivati lì come al Foro Italico era molto vicino allo stadio. C’erano 60000 persone allo stadio perché c’era uno spareggio non so tra chi”.

L’eterno giovanotto del Tennis azzurro spiega: “Poi siamo andati lì come sportivi e stati trattati benissimo. Scommettevo che se fossi uscito da casa chiedendo quale sia la capitale del Cile nessuno mi avrebbe risposto. Quando dico che la Sinistra non aveva niente di meglio, da fare pure la Destra se n’è strafottuta. Non era abbastanza importante, prendersela con la Sinistra per una banalità come questa. Io cercavo di spiegare a tutti: noi non ci andiamo ma tra 30 anni sulla Coppa Davis ci sarà scritto Cile. Ma non è meglio che ci sarà scritto Italia?”.

Perché avete messo la maglietta rossa, in Cile?

“No, no, io no. Questa è un’altra balla. Io non l’avrei mai messa non perché era rossa, perché non mi sarebbe mai venuta in mente. A me la maglietta rossa non piace, non perché sia rossa. A me piace l’azzurro, il blu scuro, bianca. La storia della maglietta rossa del doppio è una bella storia abbastanza inventata. Perché Panatta ci ha vinto Parigi, con la maglietta rossa, se non sbaglio anche a Roma. E’ inutile dire che vada a raccontare che parlava con Berlinguer o con Stalin, che era già morto. Lui l’ha chiesto a Bertolucci”.

E Bertolucci, come l’ha guardato, in maniera serena?

“Sicuramente Paolo non l’ha vista come una questione politica. Adriano gli ha detto: mettiamoci la stessa maglietta rossa. Pronti, mettiamocela. Perché Adriano non è così stupido, che si metteva a fare una questione così in quel momento, in casa di Pinochet cosa volevi fare? Domattina tu saresti sparito e chi te trovava più?, se tu avevi intenzione di farlo. La battuta venne fatta al ritorno in Italia, non quando eravamo lì. Siamo stati trattati come dei pascià, come dei re. Era logico, che facessero così. Siamo stati benissimo. Credo di essere stato il primo capitano non di Tennis ma di tutti gli sport, a permettere che le mogli seguissero i mariti durante una gara. Dissi: ragazzi – siccome erano appena sposati – se voi non sapete come comportarvi peggio per voi. Durante il mio capitanato le spese per le mogli venivano pagate dal marito, non dalla federazione, eh?!”.