Walter Hazzard Jr. uno dei meravigliosi ragazzi d’oro di Tokyo 1964: playmaker “scolastico”, ordinato e discreto realizzatore
Non ha mai vinto l’anello vivendo e giocando il periodo del dominio “green” dei Boston Celtics ma ha militato nei Los Angeles Lakers pionieristici. Ha rappresentato bene la disciplina tattica senza dimenticarsi di essere bravo anche in fase di esecuzione del tiro
Forse non ha avuto la giusta pubblicità nel tempo ma è stato uno dei migliori organizzatori di gioco a livello universitario e internazionale visto sui campi. Oggi parliamo di quello che sarebbe stato il compleanno di un signor playmaker: Walter Raphael Hazzard Junior, nato a Wilmington, la città più popolata del Delaware (costa orientale degli Stati Uniti d’America), il 15 aprile del 1942.
Sarebbe poi diventato per questioni religiose Mahdi Abdul-Rahman come in quegli anni capitava anche al più grande realizzatore di ogni tempo, Lewis Ferdinand Alcindor, al secolo Kareem Abdul Jabbar.
Hazzard riesce a mettersi in mostra alla grande a 22 anni, in quella che è stata la sua migliore stagione agonistica in età universitaria. Infatti conquista il torneo di tutti gli atenei statunitensi nel 1964, appena prima di partire per Tokyo, per i Giochi Olimpici. Che gli States avrebbero conquistato, come tantissime altre volte sarebbe accaduto, di lì in avanti, eccezion fatta per i famosi “3 secondi” fatti rigiocare, impropriamente, a Monaco di Baviera nel 1972 con la beffarda vittoria dell’Unione Sovietica (U.R.S.S.).
Il playmaker del Delaware guidò per mano i suoi compagni di squadra al titolo. Era una formazione di tutti atleti che avrebbero fatto strada e giocavano con la celeberrima casacca gialloblù dell’University of California. La squadra si chiama UCLA Bruins. E’ l’università pubblica dello stato che riguarda Los Angeles e quindi la popolare accademia cinematografica di Hollywood, e questa struttura di studio, situata nella zona di Westwood, è conosciuta per la ricerca in tutto il mondo.
Walter Hazzard, nella stagione della vittoria NCAA, non parte da titolare, nelle “final four” (semifinale e finale per il titolo) ma entra nel miglior quintetto, per la stampa specializzata, a un anno di distanza del suo inserimento nel secondo miglior “starting-five”, nel 1963.
In Giappone la formazione a stelle e strisce non ebbe problemi, per il talento tecnico e la prestanza atletica dei suoi cestisti.
Di quella squadra facevano parte, tra gli altri, un certo Lawrence Harvey Brown per gli amici e i rivali Larry, che sarebbe diventato una leggenda di allenatore; e Bill Bradley. Questi sarebbe venuto in Italia, nelle mitiche “Scarpette Rosse” del Simmenthal Milano del grande Principe dello sport azzurro, Cesare Rubini, per poi diventare senatore degli Stati Uniti.
Il primo, Coach Brown, è stato 3 volte il miglior passatore della lega ABA, quella che si contrapponeva alla NBA, vincendo il titolo del 1969. Da capoo-allenatore ha vinto l’NCAA nel 1988 e, cosa rara, avrebbe vinto l’NBA nel 2004 con i Detroit Pistons. Una squadra di sostanza, grintosa, anche in maniera eccessiva, e determinata come poche altre compagini si ricordano, negli ultimi 25 anni. Un’altra cosa che lo rende unico è il fatto di aver guidato una formazione nell’All-Star Game, la partita delle stelle, nel 1977 la prima volta e nel 2001, l’altra.
Al rientro dalla vincente esperienza nipponica Hazzard si accasa ai Los Angeles Lakers. In tre anni ha giocato ben 225 partite e segnato 3200 punti prendendo spesso in mano la compagine californiana.
Va ricordato che in questo periodo storico il dominio dei Boston Celtics fu la prima, immensa striscia di vittorie. I biancoverdi della East Coast vinsero, ininterrottamente, dal 1959 al 1967, per ben 7 volte il campionato!, e lo fecero per 9 volte in 10 anni e, complessivamente, dal 1957 al ’70, per 11 stagioni. Numeri irripetibili, per la lega nata nel 1947.
Nel 1967 Hazzard rimane, come scelta di club, nella Western Coast, ma “sale” di parecchi chilometri. Per una stagione e mezzo milita nei Seattle Supersonics con medie di rendimento individuale assai elevate. Infatti segna quasi 2000 punti in 79 gare esattamente 1894.
Alla chiusura del ciclo dei Boston Celtics, che sarebbero tornati in vetta nel 1974, dal 1968 al 1971 il playmaker di cui oggi ricorre l’anniversario della nascita, sfrutta la sua costruita credibilità agonistica. Un fattore che fa sì che si interessino a lui i “falchi” di Atlanta: con gli Hawks dal 1968 al 1971 Walter segna 3500 punti in 244 partite.
La NBA sta cambiando perché nel 1970 vincono il loro primissimo titolo i New York Knickbrockers, i Knicks, più comunemente. E l’anno dopo, il 1971, è la prima volta dei Milwaukee Bucks con un certo Lewis Ferdinand Alcindor, ancora lontano, dai Lakers. In questi due anni Hazzard gioca per i Buffalo Braves, che poi sarebbero via via spariti: 81 partite e 1190 punti, discreto rendimento, come realizzatore.
I giocatori di L.A. avrebbero vinto il titolo nel 1972 prima del bis newyorchese. Nel 1972-73 Walter Hazzard prova la sorte con il primo sodalizio capace di vincere il titolo NBA, i Golden State Warriors, tornati di moda proprio in questi anni. Gioca 46 volte per 208 punti: basso minutaggio, minor rendimento. Non fa una grinza. Chiude sempre sul lato Ovest, con il ritorno ai Seattle Supersonics, 49 partite per 186 punti.
Quando ha compreso di non poter realizzare lui i punti in quantità industriale, Hazzard ha capito di doversi mettere a disposizione dei compagni di squadra. Gli è mancata solo la ciliegina sulla torta, quel sogno chiamato anello. Ma resta uno dei meravigliosi ragazzi USA oro olimpico, nel 1964.
Nel 1985 avrebbe saputo vincere, da capo-allenatore, il titolo NIT (Nation Invitation Tournament), il torneo universitario più antico a livello universitario. Una competizione nata nel 1938, la stagione precedente del battesimo dell’NCAA.
Il NIT nacque grazie all’idea di un giornalista di New York, ed è stato più prestigioso, fino a un certo punto. Poi sarebbe diventato una rassegna di consolazione per le squadre non invitate nell’NCAA.
Walter Hazzard è scomparso a Los Angeles il 18 novembre 2011.