Il Prof. Alessandro Miani, medico chirurgo, presidente della Società italiana di medicina ambientale, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sui dati di questi giorni

“La curva sembra si stia stabilizzando verso il basso, però i tempi saranno ancora abbastanza lunghi, finchè non avremo affinato delle armi che ci permettano di lasciarci alle spalle questo incubo. Nelle regioni più colpite continua ad esserci un incremento di casi, ma una riduzione di morti e terapie intensive, questo è positivo. La preoccupazione è quella della ripartenza, che non sia eccessivamente veloce perchè poi c’è il rischio di avere una ricaduta epidemica rapida come è stato nel mese scorso. Il rischio zero è impossibile ottenerlo, ma le regole del distanziamento sociale, delle distanze minime di sicurezza che nell’indoor dovrebbero essere superiori, l’uso delle mascherine, dovrebbero diminuire il rischio. Ogni barriera interposta riduce la possibilità di un’eventuale droplet infetto di raggiungere l’altra persona, inoltre è utile dotarsi di un buon purificatore d’aria, mantenere una discreta ventilazione e areazione dell’ambiente anche con aria esterna”.

Sulla ripartenza del campionato di calcio

“A mio parere il campionato non ripartirà prima di settembre. Ritengo che uno stop al campionato di calcio sia auspicabile. Non per forza la riduzione della curva del contagio significa essere usciti dalla crisi. La parte del divertimento, del gioco, dello sport, anche se il calcio è una fetta importante della nostra economia, forse è meglio evitare farla ripartire. Il rischio sarebbe soprattutto quello di aprire gli stadi al pubblico”.

Sui test rapidi

“A mio parere sono utili ed efficaci, bisogna seguire le istruzioni d’uso e dare la possibilità che il risultato venga letto da una persona esperta, da un sanitario. Nei primi 4 giorni che intercorrono da una supposta infezione non si può avere una risposta certa, dal quarto giorno in avanti si può avere una risposta attendibile. Io personalmente li consiglio laddove non ci sono tamponi per tutti, per fare anche una sorta di verifica di come si è diffuso il virus. Sulla negatività la certezza di questi test è al 100%, sulla positività al 90%”.

Sulle recidive

“Ci sono alcuni soggetti che hanno presentato di nuovo l’infezione, i soggetti immunodepressi sono più facilitati a poter riprendere anche questo tipo di patologia. Il problema è che non sempre si può avere un’immunizzazione completa, ecco perchè diventano importanti quei test di cui parlavamo prima. Finchè il virus non si stabilizza in ambiente non è possibile poter arrivare ad avere un’immunizzazione completa”.