Gli impianti sportivi stanno affrontando grandi difficoltà economiche a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus. Saranno probabilmente tra le ultime imprese ad aprire i battenti e, una volta ripresa l’attività, saranno penalizzati dalle misure di sicurezza che verranno adottate per il contenimento del contagio. Una palestra o una piscina come potranno sopravvivere se il flusso delle persone sarà limitato? Come potranno mantenere lo stesso livello occupazionale? Gli impianti sportivi da tempo denunciano la grave situazione in cui si trovano e lanciano un appello al Governo: “Aiutateci, non siamo contemplati in alcuna misura messa in campo. Ci avete lasciati soli”. Salvatore Di Nitto, titolare della polisportiva XXV ponti di Formia (Lt), ne ha parlato a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente.

La situazione dei centri sportivi

“L’approccio da parte delle Istituzioni al settore sportivo è stato leggero, nessuno si è posto il problema di chi ha strutture per le quali paga l’affitto o il mutuo. Abbiamo pendenze con le banche e non avendo avuto alcun tipo di guadagno da settimane non possiamo pagare le scadenze. Ci hanno detto di chiudere ed è finita lì, senza preoccuparsi di aspetti importanti per la sussistenza di un’impresa. Pensiamo alle piscine, i costi di manutenzione sono altissimi”.

La ripresa e le conseguenti difficoltà

“Farci ripartire con corsi individuali, senza assembramenti, sarebbe anti-economico, non si può reggere un centro sportivo con 3-4 frequentatori alla volta. Inoltre gli abbonamenti sono stati congelati perciò quando ripartiremo ci ritroveremo ad affrontare i primi 3-4 mesi della riapertura senza incassare soldi. Rischiamo di non poter gestire la situazione allo stesso modo di prima. Di questo ne risentiranno tutti coloro che lavorano nel settore. Molti impianti non riapriranno”.

Le richieste al Governo

“Abbiamo fatto sentire la nostra voce, abbiamo fatto anche una petizione con tutti quelli che operano nel settore dei centri sportivi. Le Istituzioni ci hanno completamente abbandonati, non veniamo proprio presi in considerazione”.