La Svezia ha deciso di non optare, come nel resto d’Europa, per il lockdown. La vita dei cittadini procede come se il Coronavirus non esistesse, gli svedesi vanno a scuola, lavorano, fanno shopping, vanno al cinema e al ristorante. Senza protezioni e senza mantenere la distanza di sicurezza. I mille decessi non fanno paura alla popolazione. In molti hanno approfittato del sole di questi giorni festivi riversandosi nelle strade e nei parchi di Stoccolma, focolaio del virus, come se nulla fosse. Per contenere l’epidemia la Svezia non ha posto limiti agli spostamenti: ha vietato solo riunioni di oltre 50 persone, chiuso scuole superiori e università e ha esortato coloro che hanno superato i 70 anni, o sono a maggior rischio per il virus, di autoisolarsi. Manuel Chiacchiararelli, segretario nazionale per la Svezia dell’Associazione per l’Italia nel mondo, a Malmo da 10 anni, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, per spiegare la situazione nel Paese.
La situazione in Svezia
“Noi viviamo in una situazione surreale. Vediamo quello che succede nel mondo, in Italia, in Spagna, ma qui continuiamo a vivere normalmente. Il primo ministro ha detto fin dall’inizio che dobbiamo essere pronti ad ammalarci, a perdere qualche nostro caro, ma che è un sacrificio che bisogna fare per non far crollare l’economia. Non sono stati fatti tanti tamponi, non contano i morti come li contiamo noi in Italia, però le vittime continuano ad aumentare”.
Le poche misure anti Coronavirus
“Il governo si è rimesso al senso di responsabilità degli svedesi ma, soprattutto nel weekend, la gente continua ad uscire, continua ad andare nei pub senza rispettare la distanza di sicurezza. Nei supermercati e nei negozi c’è stata la solita ressa per Pasqua. E anche se hanno consigliato di non spostarsi, i giornali hanno mostrato foto di persone che da Stoccolma, dove c’è il focolaio, si sono riversati verso le seconde case”.
Italiani derisi
“Io sono preoccupato, cerco di evitare qualunque contatto con la gente perchè non rispettano le distanze. La mia famiglia ed io siamo tornati dall’Italia i primi di marzo e ci siamo messi subito in quarantena. Se avessi saputo prima le decisioni del Governo svedesi non sarei rimasto a Roma. Noi italiani siamo spesso derisi perchè loro pensano che stanno facendo la cosa giusta e che noi abbiamo sbagliato in Italia perchè siamo un Paese di vecchi e abbiamo troppi contatti sociali. Sta di fatto che in tutta la Scandinavia la Svezia è l’unica che non ha chiuso e ha i numeri peggiori della zona. Fino ad ora non c’è stato alcun ripensamento da parte del governo, si prosegue su questa strada”.