Rudi Voller auguri al “tedesco che vola”. Due volte secondo e una volta primo, ai Campionati del Mondo
Oggi è il compleanno del giocatore che fece le fortune del Werder Brema e della A.S. Roma: vinse il titolo iridato nel “suo” Stadio Olimpico, con gli argentini inviperiti, per quel rigore, a pochi minuti dal termine

 

Rudi Voller fa 60 anni, oggi. E’ stato uno dei centravanti più poderosi sul piano fisico capace di grande generosità e bei gol, tanto nella Roma, con i tifosi giallorossi che lo amano come pochi altri. Quanto con la maglia della nazionale tedesca con cui ha ottenuto un secondo posto, dietro l’Argentina di Maradona in Messico, nel 1986, con la rivincita consumata sul manto erboso dello stadio Olimpico di Roma contro gli stessi biancocelesti sudamericani, in una delle finali più contestate, nella storia dei Campionati del Mondo.

Da giocatore grintoso e affatto pavido forse ha ottenuto meno di quanto il suo reale valore avrebbe meritato. Ha vinto una Coppa Italia con la maglia dell’Associazione Sportiva Roma nel 1991, e di lì a poco, una Coppa dei Campioni con un chiacchieratissimo Olympique Marsiglia, a Monaco di Baviera, contro il Milan, rete di Boli.

In precedenza in Germania, Serie B, era stato il più prolifico dei realizzatori, ben 37 gol nel 1981-82, l’annata in cui la nazionale teutonica occidentale arrivava a Madrid dietro all’Italia nell’ultimo atto del Mundial di Spagna. L’anno dopo, in Serie A, avrebbe ribadito di essere il migliore, nella Bundesliga, con ben 23 gol all’attivo. Tanto che nel 1984 la Germania Ovest esce in semifinale contro la Francia, che si sarebbe laureata Campionessa d’Europa, e Rudi Voller viene inserito nella Top11 della più importante manifestazione per nazioni.

Una curiosità del mondo dei fischietti in sede internazionale: quella semifinale persa ai tempi supplementari dai transalpini venne diretta da un efficace, grintoso Luigi Agnolin, che sarebbe poi andato da nostro rappresentante sia ai Mondiali del Messico che ai successivi, in casa nostra.

Tra i professionisti tedeschi Rudi Voller giocò a soli 17 anni (!), con il Kickers Offenbach, per tre stagioni. Nel 1980 sale in Serie A, ventenne, andando al Monaco 1860, in uno dei club più antichi del mondo. La squadra retrocede nella B della Germania Ovest ma l’anno dopo, nei cadetti, lui fa gridare “GOL!” ben 37 volte, ai suoi tifosi, in altrettante partite giocate.

La squadra bavarese non si riesce a iscrivere al campionato successivo così Voller va al Werder Brema: quindi il futuro bomber dei bianchi di Germania torna in Serie A. Ci mette due anni, a prendere le misure, e a sistemarsi, nella classifica dei marcatori, 2° dietro al grandissimo Campione d’Europa del 1980 a Roma Klaus Allofs, che segna 25 reti contro le 23 di Rudi. Avrebbe terminato il quinto anno in maglia verde con 97 gol: numeri importanti.

Chi in Italia ci ha visto lungo fu Dino Viola, l’Ingegnere in realtà Architetto del 2° scudetto dell’A.S. Roma: 5 miliardi e mezzo con Nils Liedholm alla guida dei giallorossi capitolini. Il primo anno fu un calvario culminato con una operazione chirurgica. Nel secondo segnò 10 reti tra le quali il derby di andata vinto 1-0 con la rete decisiva del tedesco che avrebbe spiccato più volte, il volo, con la casacca della Magica.

Nella stagione 1989-1990, quella dei Mondiali, quella giocata per le partite casalinghe allo Stadio Flaminio, antico monumento nazionale in cui l’Italia conquistò il suo primo campionato iridato nel 1934, lui fu messo in condizione dall’organizzazione di gioco di Gigi Radice, dai lanci illuminanti di Peppe Giannini, di nuocere nelle partite più complicate. A parte quando ci mise del suo per indispettire, di brutto, e più volte, il fin troppo paziente Magni di Bergamo, che lo cacciò dal campo per eccessivo nervosismo e somma di ammonizioni, contro il Napoli, in una difficilissima sfida interna.

Ma Rudi Voller sarebbe volato parecchie volte, in campionato, con 14 vitali e fondamentali reti, per una Roma che voleva distinguersi in Europa; il bravo attaccante segnò anche buoni gol in Coppa Italia dove la squadra giunse in semifinale.

Ci fu il mondiale vinto all’Olimpico per un improbabile fallo che il discuitibilissimo arbitro messicano Brizio Carter decretò proprio in favore di Voller per la rabbia legittima degli argentini all’81’. La massima punizione fu segnata dall’ambidestro e interista Brehme, con i sudamericani inviperiti per l’episodio decisivo, mai chiarito abbastanza, dalle telecamere.

Nel 1990-91 Rudi Voller legittimò il suo rapporto con il Calcio italiano perché è stato il capocannoniere in Coppa Italia, con la Roma, mettendo in porta ben 4 reti. E in Coppa Uefa ne avrebbe messi a segno addirittura 10. Come cantavano i sostenitori giallorossi: “Vola, tedesco, vola”. E vola ancora, nell’affetto dei tifosi della Magica. Avendo ottenuto anche il rispetto di quelli di altre squadre che affrontavano la Roma.

La formazione affidata a Ottavio Bianchi vinse la coppa nazionale contro la Sampdoria appena sculettata, con Boskov, che sarebbe arrivato nel 1993-94, a Roma, con la Roma. E la finale di Coppa Uefa fu raggiunta grazie a un gol di Voller contro il Brondby in Zona Cesarini. La finale fu, tuttavia, appannaggio dell’Inter.

Andò via da Roma senza essere convinto della cosa, al sopraggiungere di Boskov. Con i giallorossi ha concretizzato ben 68 gol in 198 partite giocate. Sarebbe stato introdotto nella Hall of Fame di Trigoria, sede dell’A.S. Roma, nel 2014.

Il resto parla di Marsiglia e di una squadra assai accompagnata da dubbi, come quella di Bernard Tapie, al punto che vinse il titolo francese ma fu revocato.

Chiuse con i rossoneri del Bayer Leverkusen arrivando alla semifinale di Coppa Uefa nel 1995 persa con il Parma di Zola, realtà emergente del nostro Calcio.

L’anno dopo si congedò a 36 anni con una ragguardevole cifra, ben 26 reti in Bundesliga, la Serie A tedesca a quel punto unificata, visto che il Muro di Berlino era caduto sotto i colpi della storia nel 1989.

Da allenatore, come capita poi a tanti, i risultati sono stati molto deludenti. Ma può succedere. L’unica eccezione fu la finale persa ai ridicoli Mondiali di Corea e Giappone. Quella della vergognosa Corea-Italia diretta nel senso più osceno del termine da tale Moreno. In quella rassegna iridata un Brasile meraviglioso superò Kahn, Klose e compagni sotto gli attenti occhi di Pierluigi Collina.

Di sicuro la stima, la considerazione, l’affetto di tanta gente, per Rudi Voller, non mancano mai. Davvero. Auguri, tedesco volante!