Fabio Melilli, deputato del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo le polemiche sulla proposta del contributo di solidarietà per chi guadagna più di 80mila Euro

“Questo è il tempo dell’improvvisazione e dell’imprecisione quindi non mi stupisce questa polemica -ha affermato Melilli-. Insieme al capogruppo Delrio e altri colleghi della Camera, pensando alla difficoltà di tante persone in questo momento anche comprarsi da mangiare, abbiamo immaginato un contributo di solidarietà molto progressivo. Siamo partiti da 80mila euro di stipendio, ma chi guadagna 85mila Euro versa 100 Euro sui 5mila in eccedenza, deve essere deducibile quindi il 40% lo recupera l’anno successivo. E questo gettito, che abbiamo calcolato in 1 miliardo e 300mila euro andrebbe a chi è più in difficoltà. Questo purtroppo è il tempo della campagna elettorale, forse avremmo dovuto spiegarlo bene in una conferenza stampa anzichè fare un comunicato. C’è chi dice: fate pagare gli evasori, il problema è che questo è un tempo in cui le decisioni vanno prese nell’immediato. Anche nel mio partito ci sono state voci contrarie, è legittimo che ci siano opinioni diverse. Se però dobbiamo condizionare tutte le nostre scelte alle convenienze elettorali credo che non ne usciamo, tra l’altro io ho ricevuto molto più apprezzamenti che critiche per questa proposta. Sono convinto che in qualche modo ci si ritornerà. Ciò che mi dà maggiormente fastidio è che quando si fa una proposta si dovrebbe avere almeno l’umiltà di leggerla. C’è chi ha detto che tassiamo i redditi del 2019, quando invece la proposta era di tassare i redditi 20-21”.

Sulle misure economiche

“L’Italia purtroppo è un Paese molto complicato che fa fatica a far scendere a terra le decisioni che si prendono, anche quando sono molto urgenti. Accanto all’immissione di liquidità ci deve essere l’immissione di risorse fresche. E’ chiaro che cambia il mondo, per alcuni comparti sarà difficilissimo: turismo, balneari, ristoranti.  Noi abbiamo l’esigenza, in un Paese molto complicato, di fare del tutto perchè l’UE ci costruisca scelte che non siano condizionate dagli egoismo nazionali, serve un’Europa consapevole che qui ci giochiamo tutto. La storia recente ci insegna che chi batte i pugni sul tavolo in Europa torna sconfitto. Il ministro Gualtieri sta dimostrando di essere autorevole, cosa non usuale. Credo che stia facendo un ottimo lavoro. La partita vera si gioca sul grande fondo per la ripresa, che è un Eurobond. Il Mes non è più il Mes, gli Eurobond si chiameranno in un modo diverso e credo che quella sia la scommessa dell’Europa solidale”.