Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).
Riguardo la fase due
“E’ evidente che la modalità con cui si affronta la questione sanitaria ha un enorme impatto economico. Noi abbiamo il bloccato il Paese, quando i Paesi che concorrono con noi hanno gran parte delle industrie attive. Il problema è come si è affrontata l’emergenza sanitaria nel nostro Paese, credo che dovremmo cambiare completamente paradigma, individuare i positivi, controllarli, controllare coloro che sono entrati in contatto con loro, come hanno fatto Corea del Sud, Israele, Singapore. In questo modo potremmo piano piano far ripartire l’economia. Che senso ha indicare il 4 maggio come data? Non è che se la curva si abbassa possiamo uscire, non possiamo uscire finchè i positivi asintomatici vanno al supermercato. Bisogna fare molti più tamponi e controllare chi risulta positivo. Ricciardi ha detto 20 giorni fa che bisognava farlo e ancora non l’abbiamo fatto, stiamo ancora a discutere se c’è un problema di privacy. Ci sono i codici delle applicazioni già utilizzati in tutto il resto del mondo e noi continuiamo a perdere tempo. Non si può continuare a tenere chiusi in casa tutti, più di tanto agli italiani non si può chiedere. Quando uno deve prendere una decisione di questo tipo, deve sentire aziende, imprenditori, non solo i virologi. C’è il ministro dell’industria che si vantava di non aver ascoltato Confindustria e di aver seguito Landini. Se la riapertura dobbiamo farla con Landini credo che siamo finiti. Noi siamo stati presi da quest’onda del Coronavirus nella peggiore delle condizioni, con una classe politica debolissima, un debito enorme e l’economia più lenta di tutta Europa. Abbiamo 21 sistemi sanitari diversi. Credo che l’occasione da sfruttare sia quella di ricostruire il Paese”.