Le persone contagiate dal Coronavirus nel mondo sono un milione e mezzo, i morti sono più di 90mila. In Spagna le vittime sono 15mila, a Madrid si registrano i numeri più letevati del paese iberico. Giovanni Zingone, italiano che vive nella capitale spagnola da 5 anni, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, per spiegare la situazione. Giovanni lavora nel settore immobiliare.
Sull’emergenza Coronavirus in Spagna
“In Spagna il focolaio principale è a Madrid. Purtroppo la Spagna ha chiuso più tardi rispetto all’Italia, circa una decina di giorni più tardi. Oggi purtroppo abbiamo sfondato la soglia di 15mila morti. La luce in fondo al tunnel non si vede, ancora non si sa cosa ci aspetta. In Spagna guardiamo quelle che succede in Italia perché è quello che potrà succedere qui nei prossimi giorni. Credo che qui si sarebbe potuto fare molto di più. Le prime 5 società spagnole si sono unite per raccogliere dei fondi da destinare agli ospedali. C’è un forte contributo del settore privato”
Il lockdown
“A Madrid è tutto fermo, tutto chiusp. I cittadini rispettano le regole anche se, devo dire, continuo a vedere gente senza mascherine e senza guanti, persone che sottovalutano un po’ la situazione. E’ anche vero che pure qui c’è una carenza di mascherine”.
Sulle misure economiche messe in campo dal governo spagnolo
“Le misure sono molto simili a quelle italiane, stanno un po’ copiando i provvedimenti. E’ stato annunciato un aiuto alle società più in difficoltà con dilazionamento delle tasse, dei pagamenti dell’iva. Da quello che vedo e che sento, c’è grandissima preoccupazione, perchè si tratta di misure palliative, a breve termine. Per i lavoratori qualche aiuto è previsto, nella misura del reddito annuo e di quanto percepivano precedentemente. Comunque al momento si tratta solo di annunci, nessun aiuto concreto”.