Massimo Garavaglia, deputato della Lega e membro della Commissione bilancio della Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sul decreto aprile
“Una potenza di fuoco mai vista, infatti non l’abbiamo vista. Come sempre il diavolo sta nei dettagli. Molto bene la parte sulle piccole partite iva. Non va bene la parte sulle aziende perchè lì la garanzia non è al 100%, ma è al 90%. Noi avevamo chiesto di farla al 100% mettendo magari un tetto. Se la fai al 90% manca il 10 e quindi la banca fa l’istruttoria. Se tu sei un’azienda che non ha un buon merito di credito e la banca risponde picche, per cui le aziende che erano già in difficoltà le ammazzi definitivamente. Se sei un’azienda che ha merito di credito, questa procedura farraginosa fa sì che i soldi li vedrai fra 3 mesi e quindi nel frattempo rischi di fallire. Terzo problema: l’effetto combinato di queste cose qui è la sfiducia. Su questo decreto si erano create aspettative enormi, quindi le aziende avevano fatto sforzi autonomamente, tenendo aperto. Il fatto che l’aiuto non arriverà crea un clima di sfiducia e il rischio del blocco del sistema di pagamenti. Se tu non paghi i fornitori, si innesca una catena di fallimenti. Ti presto i soldi, sposto di qualche mese le tasse, ma poi le devi pagare tutte e subito. Questa è una cosa che fa incavolare anche i muri”.
Sul probabile prolungamento del lockdown
“Penso sia altamente probabile perchè i contagi giornalieri calano, ma il totale dei contagiati è ancora molto elevato. Gli effetti economici sono catastrofici, per questo è un casino vero e serve molto di più. Proponiamo di fare una mega emissione straordinaria di debito pubblico nostro, 100 miliardi da mettere in circolo subito, perchè chi primo riparte poi non lo riprendi più. Gli altri si sono già organizzati, noi ancora stiamo cercando di capire cosa fare. Si fanno dei tavoli maggioranza-opposizione ma non si decide niente. La sostanza è che bisognerebbe approfittare di questa fase di stop per mettere in chiaro delle regole certe, perchè poi non è che quando scatta la riapertura possiamo perdere un altro mese per capire cosa fare. Sul come dobbiamo ragionare. La prima è territoriale, bisogna tenere conto di realtà differenti. La seconda è il modello israeliano sull’età, sopra i 65 anni rimani a casa. La terza riguarda le attività: se venisse un imbianchino fuori da casa mia a rifare la facciata da solo con la mascherina, anche oggi cosa rischierebbe?”
Sull’Eurogruppo
“Questa Ue sta dimostrando quello che è, cioè che non è un’unione, ognuno fa i propri interessi. La costituzione tedesca vieta la mutualizzazione del debito, quindi o la Germania cambia la costituzione oppure ci stiamo prendendo tutti per i fondelli parlando di eurobond. Per ora stiamo inseguendo un mito. Nel momento in cui hai la Bce che compra titoli, hai Draghi che dice che è opportuno fare un po’ di sano debito ognuno per sè, allora facciamolo. Si inventeranno un papocchio dicendo che si vedrà cosa fare con l’eurobond a babbo morto e tutti faranno la photo opportunity senza aver deciso niente”.