Riccardo Viola, Presidente del CONI Lazio : “Continuiamo a parlare di Olimpiadi, di Calcio, di sport ad alto livello. Invece dovremmo pensare alllo sport di base, quello per tutti”

 

Il numero 1 del CONI Lazio ha detto la sua su Radio Cusano Campus, con ammirevole schiettezza: “Parliamo di Calcio e sport ad alto livello. Dovremmo pensare alllo sport di base”

 

 

Riccardo Viola, presidente del C.O.N.I. Lazio, è intervenuto in diretta nello scorso week-end a Radio Cusano Campus, nella isportiva. E tra i suoi spunti ce n’è qualcuno meritevole di una sano approfondimento.

Immagino che la sua agenda, come per noi il taccuino, qualche pensiero l’abbia visto scrivere, sul suo tavolo, no?!

“Sì, direi. Diciamo che siamo in una situazione un po’ delicata. Facciamo qualche riflessione sullo sport?”.

Sì decisamente. La prima è di sicuro da prendere con la dovuta attenzione: “Potevamo dare un segnale fermando l’attività sportiva un po’ prima. E non aspettare parlando di campionato di Serie A, di Olimpiadi, dove effettivamente, di fronte alla tragedia che stavamo vivendo, forse se avessimo detto subito a tutti subito di fermare l’attività sportiva, avremmo dato una giusta teoria. Però questa è una mia valutazione personale”.

E la capisco, e la condivido in toto.

“La seconda parte è che noi continuiamo a parlare di Olimpiadi, di Calcio, di sport ad alto livello e invece dovremmo pensare al discorso dello sport di base, lo sport per tutti, l’attività motoria. Credo che forse che qualche riflessione, in questo periodo, la dovremmo fare, soprattutto prendere degli insegnamenti. Il modello sportivo deve essere oggetto di riflessione, di valutazione, di capire cosa significa l’attività motoria, cosa significa lo sport per tutti. E poi quello che c’è, importantissimo, lo sport di alto livello, quello professionistico. Ma continuare a parlare, leggo ancora oggi di alcune federazioni che si pongono il problema di quando riprendere il campionato, ecco, io rimango perplesso. Un campionato può anche interrompersi un anno, e credo che tutti quanti, al di là del dispiacere, ce ne possiamo fare una ragione, che dice?”.

Decisamente sì. Come ha detto lei quella della base, quella fatta per il benessere psicofisico delle persone, che deve viaggiare di pari passo con una migliore e insistita tutela di chi rappresenta gli scomparti della Sanità. E anche lì penso all’usciere, al portantino, al medico condotto e alla base della Sanità senza dare tutto per scontato.

“In tutto questo trovo importante il fatto di aver dato dignità allo sport per quelle che sono le forme d’aiuto. Di fronte a una situazione del genere, dove tutti quanti ci siamo trovati impreparati, in ogni comparto dobbiamo fare una riflessione. Rivedere i modelli che possono essere in linea con il tempo che stiamo vivendo”.

L’analisi del presidente Riccardo Viola va in profondità. “Per esempio abbiamo riscoperto i limiti della Sanità e tutti gli errori fatti, di fronte a un fatto del genere. Memori di questa esperienza questo settore non dovrebbe ricadere in questi errori. Credo che a questo punto anche sullo sport una riflessione va fatta: soprattutto in quello che riguarda il benessere delle persone. Perché poi noi ci poniamo sempre il problema, quando parliamo di sport, che uno per forza tu debba diventare a tutti i costi un campione. No, Non è così: lo sport è il benessere delle persone”.

Quindi…

“Bisogna partire dalla scuola, che deve consentire di fare attività motoria, nell’attività più facile, di fare attività sportiva. A questo punto le palestre scolastiche devono essere destinate a quest’attività di base, non ad attività agonistiche non a società sportive. Dobbiamo cominciare a ridisegnare tutto. E forse, se ci sono troppe società sportive, qualcuna deve essere tagliata. Dobbiamo snellire le procedure perché altrimenti creiamo delle macchine talmente grosse che in caso di emergenza poi non riusciamo a gestirle”.

Riccardo Viola aggiunge: “Almeno prendiamo la parte buona di tutto questo e soprattutto poniamoci un problema. Oggi siamo nella fase 1 dobbiamo entrare nella fase 2 ma pensare anche alla fase 3. Ed è quella dove lo sport dovrebbe cercare di dare una grossa mano”.

In questi giorni lei si è sentito con i presidenti delle rappresentanze del CONI in altre regioni? Marzorati, per esempio, il quale già dapprima ci ricordava quanto fossero importanti le amicizie dei tempi del chiostro proprio in virtù della pratica sportiva fatta per passare in maniera sana il tempo.

“Con i colleghi delle altre regioni stiamo vivendo una situazione particolare. Perché è in atto una riforma dello Sport, con l’avvento di Sport & Salute, del Ministero dello Sport. Ed è una riforma partita da questo punto, si è fermata magicamente a Roma. Per tutto quello che è successo bisogna dare un seguito, proprio per individuare un modello sportivo. Che possa essere al passo con i tempi, e far convivere tutte le componenti, perché c’è la componente dello sport ad alto livello, ma ci deve essere anche la componente dello sport di base, che devono marciare insieme e vivere insieme, senza creare figli e figliastri. Parlo dell’esperienza, oramai, maturata in tutti questi anni da presidente del CONI Lazio. La mia attività, in tutti questi anni, è stata la promozione dello sport per tutti, e andavamo, grazie alla Regione Lazio, a portare avanti i progetti di promozione nello sport nelle piazze ma andavamo anche nelle carceri, nelle case-famiglia, in tutte quelle zone dove è difficile praticare lo sport. Che è un diritto di tutti. Se questo principio lo trasformiamo nella fase 3 dovremmo valutare che la ripresa dell’attività dello sport dovrà avere qualche paletto e situazione da verificare per andare avanti con le regole nuove. Sentivo che ieri sera si parlava di aprire i cinema; il giorno in cui saranno riaperti ci sarà un problema di distanze da rispettare. Credo che tutto questo lo dovremmo ridisegnare e snellirlo in qualche maniera”.

Un tema che segue le sue parole è il tema del rapporto tra CONI e Sport & Salute e mettere mano alle società dilettantistiche, che rappresentano un pianeta immenso.

Il presidente Viola ha detto: “Io l’ho sfiorato ma questo aspetto, una volta per tute, deve essere chiarito il ruolo. Per fortuna in questo momento abbiamo – se mi passa il termine – un arbitro, che è il Ministero dello Sport, che deve chiarire il ruolo e le competenze di CONI e Sport & Salute, che non devono essere in concorrenza tra loro perché ci facciamo del male. Soprattutto continuo a ripetere che io allo Sport ho sempre dato una visione e un ruolo istituzionale. E allora bisogna avere da una parte le istituzioni e dall’altra parte le società. Sport /& Salute è una Società per Azioni (SPA), il CONI è una istituzione. Bisogna che in alternativa al CONI ci sia una istituzione. Per esempio una di queste potrebbe essere il Ministero dello Sport. Faccio una provocazione: lo sport nel territorio potrebbe essere dato come coordinamento alla Regione. Ce l’ha, nel suo compito istituzionale.  C’è da ridisegnare un modello. E vanno valutate tutte queste situazioni che si sono create. Perché da lunedì parte l’operazione, che è giusta, quella delle collaborazioni dei 600 € a questo punto si muoverà una macchina che coinvolgerà migliaia e migliaia di persone. Bisogna essere in grado di dare una risposta corretta. Successivamente si penserà alle società sportive perché, a un certo punto, se finisce questa situazione drammatica, all’inizio dell’estate, per le società sportive, per tutti gli operatori nello sport è un periodo in cui finisce, l’attività. Sarebbero 6 mesi perché riprende a settembre-ottobre. Sono tante, le valutazioni da fare. Teniamo conto che stiamo vivendo un momento epocale, e come tale lo dobbiamo gestire. A questo punto polemiche stucchevoli, sulle situazioni degli stipendi dei calciatori di Serie A, le trovo fuori posto”.

Mi sembra non percorribile che l’estate sia la continuazione dell’interruzione, per la preparazione atletica necessaria. Si mescolerebbero due stagioni e non si farebbe bene né quella che andrebbe chiusa né quella ipoteticamente succesiva. Né una né l’altra.

 

Riccardo Viola chiosa così: “Bisogna avere il coraggio di dire: “Signori, l’attività agonistica di quest’anno è stata sospesa, causa una emergenza e una tragedia sanitario. Lavoriamo per la prossima stagione.