La dichiarazione mondiale di pandemia da Covid-19 e l’incapacità degli Stati di reagire prontamente hanno restituito uno scenario non più definibile come emergenza di qualche settimana; siamo in un contesto diverso con cui le imprese dovranno vivere per molto tempo. Una domanda allora sorge: come può sopravvivere il business nelle condizioni di quarantena?
Unicusano: esempio virtuoso di come si reagisce alla quarantena
Una risposta alla precedente domanda è data dal modello Unicusano che, nella sua resilienza, ha saputo essere esempio per molti altri mercati. Dopo l’elogio ricevuto da The Open University, altre realtà internazionali hanno chiesto “consulenza” all’Ateneo di Roma. Attratti dalla lungimiranza, dalla prontezza e dalla capacità di adattamento dell’Unicusano al Covid-19, la CEO russa Elena Knyazeva ha intervistato la dott.ssa Maria Asatrian Pompei, Coordinatore affari in Russia e Paesi CSI per l’Università degli Studi Niccolo Cusano (l’articolo in lingua originale è stato pubblicato qui).
Intervista alla dott.ssa Maria Asatrian Pompei, Coordinatore affari in Russia e Paesi CSI per Unicusano
Buongiorno Maria, potremmo definire questa intervista, rilasciata al magazine EXECUTIVE, una consulenza sul modello di organizzazione adottato da Unicusano?
Sì, infatti ci hanno chiesto come la nostra Università stava affrontando il lockdown. Nel ruolo del Coordinatore dei rapporti con Russia perUnicusano, ho raccontato come la Direzione ha disposto tutte le condizioni per la continuità del lavoro e dei servizi dell’Ateneo appena ci sono stati primi segni evidenti di un’emergenza diffusa.
Secondo lei, qual è la chiave di successo del modello Unicusano?
Aziende come Unicusano, dove i processi sono automatizzati e innovativi, si sono adeguate nel minor tempo possibile alla nuova situazione. Nel nostro caso: una parte dello staff è all’interno del campus universitario, predisposto in modo da garantire loro ogni comfort e, soprattutto, di lavorare secondo le normative sanitarie di sicurezza – un’altra parte lavora a distanza. La sinergia tra i due gruppi di lavoro e la collaborazione di tutto il corpo docente e amministrativo sono state la chiave di successo. A tal punto che, nonostante la situazione di emergenza, l’Università ha mostrato un miglioramento dei parametri di efficienza, incluso il numero degli iscritti rispetto allo stesso periodo nel 2019. Infine, a mio avviso, un’altra cosa importante è stata la creazione di una chat tra dipendenti e Direzione per ricevere aggiornamenti, comunicazioni e anche messaggi motivazionali che aiutano a dare il massimo e a sentirci parte tutti di una grande famiglia.
Quali consigli ha dato alle aziende russe?
Alle aziende russe ho consigliato, sulla base dell’esperienza italiana, di migliorare le condizioni dei lavoratori nel luogo di lavoro, redigere protocolli di comportamento, automatizzare i processi lavorativi, rispettare le risorse, lavorare sull’etica del business coinvolgendo fornitori e clienti, motivare i dipendenti, questo permetterà loro non solo sopravvivere alla pandemia, ma anche ad altre crisi che potrebbero sopraggiungere visto che economia è ciclica.
L’Ateneo Niccolò Cusano, lo possiamo ben dire, è un esempio virtuoso di come una azienda può riadattarsi nelle situazioni di emergenza se ha il giusto know-how; un esempio di organizzazione a cui guardano con attenzione le grandi realtà internazionali.
***Articolo a cura di Michela Crisci***