Enrico Ameri 16 anni dopo: è stato per 30 anni la voce figlia di una meravigliosa scuola di inviati RAI

E’ stato il primo a “uscire” per conto della radio di Stato per “Tutto il Calcio minuto per minuto”. Anzi, addirittura 5 anni prima, nel 1955. Ha cominciato con Udinese-Milan e ha finito con i rossoneri nel 1993, in una partita di Coppa Italia

 

Sedici anni dopo Enrico Ameri. Lui è  arrivato, per motivi anagrafici, dopo Nicolò Carosio, e, con la sua rapidità nella descrizione, con il suo ritmo, la sua voce, sarebbe stato per 31 anni, il grande protagonista del racconto sportivo, per 20 anni assieme a Sandro Ciotti. Ciotte e Ameri, Ameri e Ciotti.

La radio, durante e dopo di loro, avrebbe raggiunto picchi difficilmente raggiungibili, per qualità e di capacità orale, espositiva, mai toccati. Forse, di recente, con Francesco Repice, che è la sintesi di entrambi, nel sapere scansare le insidie di una meravigliosa lingua della profondità, dello spessore di quella italiana.

Il mezzo marconiano, con loro, Ameri e Ciotti, non sarebbe stato più lo stesso. Al punto che per interrompere uno dei capisaldi del racconto sportivo ci è voluta una frase entrata, di prepotenza, e rimasta, nell’immaginario collettivo di tutti gli sportivi, di qualsiasi fede fosse: “Scusa Ameri, ti devo interrompere per segnalare…”. Arrivando dagli altri campi con la sola capacità del mezzo radiofonico, ancora oggi il più diretto, il più rapido, il più immediato. Non ci sono quei secondi di differenza delle pay-tv a pagamento, per quanto spacciate per la moderna tecnologia…

Nato a Lucca il 15 aprile 1926 Enrico Ameri è stata la prima voce della trasmissione “Tutto il Calcio minuto per minuto” ininterrottamente, dal 1960 al 1991.

Figlio di un alto dirigente della Polizia si Stato si trasferì nell’infanzia a Genova a causa proprio del lavoro del genitore. E la sua passione colorò il cuore di rossoblù.

A 17 anni compiuti va a vivere a Roma con tutto il nucleo familiare e a 23 (1949) entra in RAI partendo dal Ciclismo nello Sport ma soprattutto nella cronaca. Fino a essere selezionato quale inviato in Indocina!

La prima radiocronaca della quale si ha notizia fu una Udinese-Milan del 1955, 29enne. L’ultima, quella che ha chiuso una carriera di grande, immenso apprezzamento delle genti del Pallone la trasmise il 26 maggio 1991. Un Genoa-Juventus che coincise con l’ultima giornata di campionato. Succedeva quando la Serie A era imperniata su 30 giornate, senza le follie che sarebbero seguite, nello spalmare un calcio decisamente meno affascinante in tutti i giorni della settimana.

In mezzo va ricordata una sua incredibile prestazione professionale che fu capace di produrre da Houston, Texas, Stati Uniti d’America, in occasione dell’atterraggio dell’Apollo11 sulla Luna, il 16 luglio del 1969. Decisamente non un episodio qualsiasi, nella storia umana.

Enrico Ameri ha fatto parte di una strepitosa generazione di giornalisti completi, che sapevano fare tutto e commentare parecchie discipline. Dal maestro assoluto, Sergio Zavoli, preparatissimo in ogni settore, a Nando Martellini. Da Adone Carapezzi a Sandro Ciotti per arrivare al più giovane Adriano De Zan, icona del ciclismo. Sono tutti ripresi in occasione di un Giro d’Italia nella foto che prendiamo oggi a paragone.

Nel 1980 Ameri ha inventato la popolarissima trasmissione “Il Processo del Lunedì”, che condusse, in prima persona, per due stagioni. La prima affiancato dalla grazia e dal linguaggio pulito della padovana Novella Calligaris. L’altra con Marina Morgan (1982) con Biscardi che apparve per la prima volta dalla regia.

Gli sportivi e appassionati del piccolo schermo ricordano uno shock positivo nel 1984 quando fu ospite, con Ciotti e altri di quella irripetibile compagine di RadioRai, tra i quali Provenzali, Bortoluzzi, Ciotti e Ferretti, di Renzo Arbore. Accadde nella nota trasmissione “Cari amici, vicini e lontani”.

Dal dopo “Tutto il Calcio minuto per minuto”, siamo nel 1991, al 1993 Ameri condusse Domenica Sport, il dopo-gara, cedendo la linea ai suoi precedenti colleghi con i quali si spartiva dal campo principale, quasi sempre, la linea.

Si sarebbe cimentato anche su Radio2 con Anteprima sport alle 12, prima delle partite. Tutto organizzato per le anticipazioni che gli ascoltatori avrebbero vissuto davanti alle radioline prima di “mettere” Radio1.

Nel 1992 il direttore di Rai3 Angelo Guglielmi chiamò il radiocronista toscano di origine di fianco ad Andrea Barbato nella trasmissione Italiani per commentare le partite che di lì a qualche minuto e ora si sarebbero giocate.

Nel 1993 avrebbe vissuto l’ultimo intervento da radiocronista dal tempio del calcio italiano e, un tempo, europeo, San Siro. Era una partita di Coppa Italia giocata in casa dal Milan.

Enrico Ameri è venuto a mancare ad Albano Laziale, a 25 chilometri dalla Città Eterna, dopo una crisi al cuore, quando aveva 77 anni. A meno di un anno da Sandro Ciotti (18 luglio 2003). Quasi a darsi il cambio. Come nel periodo più bello, della radio.

 

Photo credit: Antonio Dipollina, in un articolo del quotidiano “La Repubblica”.