Mario De Sisti da Ferrara in giro per l’Italia e l’Europa, Uruguay a parte
Mario De Sisti, il grinta: una Coppa Korac con Roma e tre promozioni in Serie A1
Oggi sarebbe stato il compleanno di un uomo grintoso, deciso a proporre le sue idee, e capace di metterle in discussione. Storia dell’allenatore che avrebbe portato per la seconda volta la Virtus Roma a un successo europeo, a poco dall’epopea di Valerio Bianchini. E la Pallacanestro italiana, dopo averlo fatto con Taurisano, si sarebbe dimenticata con disinvolta fretta anche del ferrarese
Oggi sarebbe stato il compleanno del tenace e grintoso allenatore di Pallacanestro Mario De Sisti. Che ha legato il suo nome a una delle più sorprendenti vittorie ottenute in sede europea da una squadra da lui guidata dalla panchina. Fu la Virtus Roma che conquistò la Coppa Korac del 1986, la terza competizione continentale, valevole come la Coppa Uefa del Basket.
Mario De Sisti nacque il 3 aprile del 1941 a Ferrara. Persona di grande senso della comunicativa, grande motivatore capace di far leva sull’orgoglio dei suoi giocatori anche con grande grinta.
Ha esordito in Serie A1 nella stagione 1975-76 al timone della Snaidero Udine, che arriva 6° dopo le 30 giornate della stagione regolare, e sarebbe stata 8°, al termine della griglia-scudetto. L’anno dopo è ancora lui, il capo-allenatore, e ha la ghiotta esperienza di vedere i suoi cestisti disputare la Coppa Korac dando finalmente una dimensione europea alla società friulana. Viene esonerato a febbraio e rilevato da Ezio Cernich.
Non si allontana di molto, nel 1977, perché dalla Serie B lancia la sua sfida al panorama nazionale. In due anni porta la Faram Treviso in A 2, e in altri due la piazza veneta sale in Serie A1.
Nel 1981 ricomincia dalla A2 e centra la seconda promozione nel più importante campionato con la San Benedetto Gorizia. Che vive una annata clamorosa: 8° al termine della prima parte di torneo, arriva ai quarti dei play-off per lo scudetto.
L’anno successivo Mario De Sisti passa a Trieste, dove arriva 12° e non va oltre la fase a gironi in Coppa Korac. Nel 1984-85 la Stefanel Trieste ribadisce la dodicesima posizione.
Nel 1985-86 arriva la più grande soddisfazione della sua carriera, nella quale ha avuto il coraggio di lanciare diversi giovani ritenuti da altri acerbi, in prima squadra. Con la Pallacanestro Virtus, ancora abbinata BancoRoma, pur decimo, in campionato, arriva a vincere la Coppa Korac. Nella Capitale in pochi avrebbero pensato a un successo internazionale, a pochissimo dal trionfo completo firmato da Valerio Bianchini, nel 1983 e nel 1984 con lo scudetto apripista per la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale.
Del gruppo reduce di quell’aureo periodo nella squadra di Mario De Sisti rimasero a disposizione grandi atleti del calibro di Stefano Sbarra, Enrico Gilardi, Marco Solfrini e Fulvio Polesello. Ai quali vennero affiancati due combattivi giocatori quali erano Bruce Flowers e Leo Rautins.
Ai play-off il BancoRoma esce ai quarti di finale per il titolo tricolore. Nulla di drammatico, con il successo ottenuto in Korac.
Nel 1986-87 torna a Roma ma da avversario, con la Berloni Torino, ma viene esonerato, come avviene pure l’anno dopo, nel suo ritorno a Gorizia abbinata Segafredo.
Qualche volta Mario ha sofferto eccessivamente lo stress ed è stato anche un frequente fumatore, ma dopo aver sbollito la trance agonistica delle partite, è sempre stato uno pronto alla battuta, capace di scindere il “durante” e il “dopo”. In particolare nei confronti della stampa specializzata è sempre stato uno capace di dialogare e fornire le dovute spiegazioni, con buon senso del pratico.
L’avventura da allenatore capo sarebbe durata ancora un decennio anche se la pallacanestro italiana, superficiale e malgestita sotto diversi punti di vista, come si è dimenticato Arnaldo Taurisano, non avrebbe fatto sconti nemmeno a uno della schiettezza e della franchezza di Mario De Sisti.
Ricomincia a Sassari promossa dalla B d’Eccellenza in Serie A2. Da dove ripartì con la Pallacanestro Livorno, ottenendo un signor 4° posto nel 1989-90. L’anno dopo lascia la terra labronica per la Filodoro Napoli, in Serie A1, ma l’intelaiatura della compagine partenopea è assai modesta e poco concreta. 15° e retrocesso in A2.
Il ferrarese non demorde e va per tre anni nella gloriosa Reyer Venezia, uno dei capisaldi, nella storia del Basket italiano. Promosso in A nel 1991-92, l’anno dopo rimane tra le grandi della palla a spicchi. Ma nel 1993-94 si dimette dopo tre mesi di campionato.
Mario riprova nel 1998-99 a Pistoia, al posto di Massimo Frisa, ma la Mabo non si salva e scivola in A2.
Da ricordare come De Sisti abbia anche allenato in Svizzeria, sia il Nyon che la squadra nazionale elvetica, e anche quella uruguaiana.
Nel 2015-2016 è nominato responsabile della Pallacanestro Quattro Torri, nella sua città, Ferrara. Ma i grandi palcoscenici, i giovani tecnici che scalpitavano, e le società anche di medio cabotaggio, si erano già dimenticati della sua capacità, gestionale e tecnica.
Mario De Sisti se ne è andato il 13 maggio del 2017, poco dopo aver compiuto 76 anni, per problemi respiratori successivi una grave malattia occorsagli qualche tempo prima.
Manca, un personaggio di quella determinazione e ostinata convinzione nelle proprie idee quale di certo è stato Mario De Sisti. Auguri, fin lassù.