Giuseppe Roscioli, vicepresidente di Federalberghi Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Riguardo le ricadute del Coronavirus sul settore turistico
“La situazione è difficile -ha affermato Roscioli-. Questo problema per noi è cominciato il 23 gennaio, quando sono stati chiusi i voli da e per la Cina, a rotazione tutte le altre compagnie hanno iniziato a chiudere i voli. Mentre altri settori hanno lavorato fino al 12 marzo, per noi invece già dal 23 gennaio la crisi è cominciata. E ahimè saremo anche gli ultimi a riprendere. Devono prima riaprire le compagnie aeree, la gente dovrà ritrovare fiducia nel viaggiare, quindi saremo gli ultimi. Per il nostro settore la situazione non migliorerà prima di settembre per tornare alla normalità a marzo dell’anno prossimo. Inoltre per quanto riguarda il turismo interno, molti lavoratori hanno dovuto usufruire delle ferie adesso e magari in estate neanche avranno le ferie per andare in vacanza. In una città come Roma di turisti stranieri se ne vedranno pochi. A Roma su 1200 alberghi, il 90% ha chiuso. Del 10% che è rimasto aperto la maggior parte non ha clienti. Chi ha clienti ha 3-4 camere occupate in media”.
Sulla cassa integrazione
“Quando sarà interrotto l’aiuto del governo con la cassa integrazione in deroga, mentre gli altri settori potranno ricominciare a lavorare noi no. Quindi se non faranno un’estensione della cassa integrazione ci ritroveremmo a licenziare migliaia di lavoratori e diventerà un dramma sociale”.