Beatrice Lorenzin, deputata del PD, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla circolare del Viminale per la passeggiata con i bambini
“Come in tutte le cose va usato molto buon senso, che è una bussola importante. Posso immaginare le condizioni di persone si trovano in un condominio, senza terrazzo, senza balcone, con dei figli piccoli, ci sono esigenze di decompressione. Credo comunque che questa circolare del Viminale verrà eventualmente ancora più esplicitata nelle prossime ore”.
Sul rispetto delle regole
“Gli italiani finora si stanno dimostrando straordinari, la popolazione sta dimostrando una maturità e un’adattabilità al cambiamento molto rapido. Adesso entriamo nella fase paradossalmente più complicata, adesso ci giochiamo veramente tutto. Dobbiamo far tesoro di tutte le cose che abbiamo imparato e fare meno errori possibile e riorganizzare in fretta dal punto di vista sanitario il territorio per gestire la ripartenza in modo graduale e in sicurezza. Finchè non ci sarà il vaccino continuiamo a rimanere a rischio e non possiamo rischiare un nuovo lockdown in autunno perchè questo distruggerebbe la nostra economia”.
Sul ritorno alla normalità
“Abbiamo avuto una fase 1, che stiamo ancora vivendo, che è quella dell’emergenza. Abbiamo avuto successo nel non far crescere ulteriormente il picco del contagio e nel non far aggravare la situazione al sud. In contemporanea dobbiamo utilizzare questo tempo che abbiamo conquistato per attivare una fase 2 e poi una fase 3. Gestione dei focolai esistenti e poi la gestione di come ripartire a virus ancora circolante. Nella fase 2 ci vuole un necessario coinvolgimento del territorio, riconvertendo i nostri dipartimenti di prevenzione e di igiene nelle nostre asl, utilizzando i tamponi e la clinica, individuando velocemente i pazienti a casa curandoli a domicilio nella prima fase della malattia. In modo da spegnere immediatamente eventuali nuovi focolai. In questo modo riusciamo a tenere sotto controllo il virus. Mentre si fa questo, bisogna capire come ripartire. Dobbiamo immaginarci dei meccanismi in cui, non solo facciamo lavorare in sicurezza tutti, cambieremo alcuni comportamenti personali e bisogna avere un piano per difendere la popolazione più fragile. Non sappiamo se il virus si fermerà questa estate. Dobbiamo attuare una veloce riconversione del sistema sanitario, con un piano nazionale molto forte di prevenzione e poi utilizzare gli strumenti diagnostici e informatici per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Dobbiamo ritornare a degli uffici di igiene e prevenzione che abbiamo grande autonomia, ingaggiando i medici di base che insieme agli uffici di igiene devono essere le nostre sentinelle sui territori e permetterci di individuare subito i nuovi contagi e i nuovi focolai. Nel ministero potrebbe essere istituita un’agenzia contro il virus che ci permetta di fare monitoraggio e controllo per attuare queste misure”.
Sulla sperimentazione dei farmaci
“E’ normale che ci sia un dibattito tra scienziati rispetto a un virus sconosciuto, ma non dovrebbe essere reso parte di un talk show politico, perchè che ne sa la gente di come funzionano gli anti-virali? L’autorità sanitaria, dopo aver preso la decisione, deve parlare con una voce altrimenti si crea una grande confusione. Sui farmaci purtroppo ancora non abbiamo nessuna evidenza scientifica su un farmaco che funziona. Si stanno utilizzando farmaci già esistente, in alcuni casi stanno dando buoni risultati in altri no. Si lavora su un mix per cercare di salvare più persone possibili, ma è inutile dare illusioni: in questo momento non ci sono farmaci nè vaccini quindi la misura più importante è quella della prevenzione. Dobbiamo difendere i nostri anziani, i nostri genitori e nonni. Sarà una grande assunzione di responsabilità da parte dei cittadini”.