L’attore romano Mirko Frezza, presidente del comitato di quartiere Casale caletto, è intervenuto ai microfoni di Arianna Caramanti su Radio Cusano Campus.
In una delle periferie più dimenticate della capitale, Frezza, con la sua associazione, è un punto di riferimento per gli ultimi che si rivolgono a lui per avere un pasto caldo e assistenza di ogni tipo. “Con l’associazione Casale caletto e il comitato diamo da mangiare e assistenza -ha affermato Frezza-. Noi siamo volontari, non prendiamo un Euro e non abbiamo appoggi politici, anzi il Comune di Roma ci vorrebbe cacciare da uno stabile che era stato occupato da extracomunitari e italiani che facevano la qualunque. Il Comune delle periferie si ricorda solo in tempo di votazione quando le forze politiche devono venire a chiedere i voti. L’unica che ha rappresentato il Comune che ci ha aiutato molto e ci è stata vicino è stata Sveva Belviso. In questo momento di emergenza, il Comune ha pensato di farci una minaccia telefonica, con un ispettore della Polizia locale, dicendo che noi non abbiamo i requisiti per dare il banco alimentare. La sindaca Raggi è venuta nel nostro quartiere con delle telecamere per mettere dei secchioni e non ci ha voluto incontrare. Non ho più fiducia delle istituzioni, delle richieste che ci fanno, noi gestiamo la nostra associazione a modo nostro, con dei risultati eccellenti. Abbiamo più di 500 famiglie iscritte di italiani, famiglie rom, la comunità africana che oggi ci sta aiutando a portare il cibo a casa delle persone anziane. La gente brava c’è. Se un ex detenuto come me a un certo punto cambia e, con la mia ignoranza, sono riuscito a creare una cosa del genere, quelli che non lo fanno vuol dire che non lo vogliono fare. Sono molto preoccupato, perchè la periferia è una bomba a orologeria, tutti dicono che sono diminuiti i reati, ma è la calma prima della tempesta. Aumenteranno i reati e torneranno reati brutti perchè la disperazione porterà a questo”.
Sulla sua carriera da attore. “E’ stata una grande fortuna. 5 anni fa stavo scontando la mia ultima condanna. Mia moglie aspettava un maschietto e le ho promesso che sarei andato a lavorare. Sono andato a lavorare in una fabbrica di maiali, poi però stava diventando un po’ tosta per me. Un mio amico mi ha aiutato, mi ha portato al cinema, ho iniziato a fare piccoli ruoli in film americani, poi Alessandro Borghi mi ha visto e mi ha fatto fare delle piccole parti in film italiani e poi da lì sono arrivato a fare “Il grande sogno”, che è un film sulla mia storia interpretato da me. Il ruolo del criminale in “A mano disarmata”? Quando giravamo la scena in cui io minaccio Claudia Gerini, io a un certo punto mi sono incantato a guardarla e lei mi ha detto: “A mirkè, che volevamo fa?”. Quando ho fatto vedere il film a mia moglie e i miei figli, mia moglie non ha voluto dormire con me perchè ha detto che ero stato troppo cattivo nel film e gli aveva fatto impressione”