Coronavirus: le condizioni di lavoro precarie dei camionisti
“Ci ritroviamo senza poter mangiare, lavarci, persino andare in bagno decentemente perché i bagni pubblici nelle aree di sosta a noi dedicate sono stati chiusi. In autostrada devono riaprire le aree di servizio, ne troviamo a disposizione pochissime e quasi mai dove e quando per noi è essenziale fare una sosta per un caffè, per mangiare, ma anche soprattutto per andare in bagno, potersi lavare le mani come ci dicono tutti di fare per prevenire anche il contagio del coronavirus. Non possiamo andare avanti così, stiamo rischiando la pelle, non abbiamo né mascherine né guanti per proteggerci perché non si trovano in commercio e non ci vengono forniti, siamo stati dimenticati dal governo che non ci ha mai citato come categoria di lavoratori, ci danno per scontati ma bisogna ricordare che anche i supermercati forniti di qualsiasi cosa, anche la più futile, vengono riempiti da noi camionisti che portiamo la merce da un capo all’altro dell’Italia senza nemmeno la possibilità di fermarsi dopo le 18 a mangiare qualcosa perché dalle 18 in poi c’è il coprifuoco! Al massimo si trova un caffè, ed è già difficilissimo: da asporto naturalmente, lo dobbiamo consumare fuori, magari di notte, al freddo. Si può andare avanti consumando solo caffè? Basta essere trattati come bestie! Penso che l’unica soluzione per far fronte a tutto ciò sarebbe quella di bloccare tutto per un periodo di tempo e far scendere in campo l’esercito: solo così potremmo pensare anche di arginare la diffusione del virus.
C’è rabbia e delusione nelle sue parole. Delusione per quello che in tanti si aspettavano dal governo e che, a suo dire, li avrebbe abbandonati!